Red
16 marzo 2021
Cagliari: sequestrati oltre 64milioni di euro e due navi
Nell´ambito dell´Operazione “Cetos”, il Comando provinciale della Guardia di finanza ha sequestrato beni per oltre 64milioni di euro, oltre a due navi, nei confronti di società gerenti il servizio di collegamento marittimo tra la Sardegna e le isole minori
CAGLIARI - I finanzieri del Comando provinciale di Cagliari, nell’ambito dell’operazione “Cetos”, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un provvedimento del giudice per le indagini preliminari del Tribunale del capoluogo regionale con il quale è stato disposto il sequestro preventivo di due navi traghetto, e beni mobili, immobili, quote societarie e disponibilità finanziarie, anche nella forma per equivalente, per un valore di oltre 64milioni di euro, nei confronti di due imprenditori e due società operanti nel settore della navigazione e del noleggio di mezzi di trasporto marittimo. I plurimi reati ipotizzati sono quelli di concorso in truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, falsità in atti pubblici e attentati alla sicurezza dei trasporti. Oltre alle responsabilità penali delle persone fisiche, sono contestati illeciti amministrativi per fatti dipendenti da reato, in base alla normativa sulla responsabilità degli enti.
Le attività, in corso di esecuzione a Cagliari, Portoscuso, Calasetta, La Maddalena, Porto Torres, Sassari, Palermo, Reggio Calabria e Augusta, con il supporto degli specialisti del Reparto Operativo aeronavale del Corpo, costituiscono l’esito di un'indagine condotta, a partire dal 2019, dal Nucleo di Polizia Economico-finanziaria di Cagliari sulla procedura di gara, aggiudicata dalla Regione autonoma della Sardegna nel 2016 (per la durata di sei anni per l’importo complessivo, esclusa Iva, di 70,1milioni di euro, con opzione di estensione del servizio fino a nove anni per un valore complessivo totale di oltre 104milioni di euro) a una compagnia di navigazione sarda per assicurare la connettività marittima della Sardegna con le isole minori San Pietro e La Maddalena. Tra i requisiti prescritti per poter partecipare e aggiudicarsi la gara, i concorrenti avrebbero dovuto adibire unità dotate di caratteristiche strutturali che consentissero il traghettamento in condizioni di sicurezza, di merci pericolose e passeggeri, tutelando e garantendo, in particolare, le pari opportunità, in termini di accessibilità e di mobilità a bordo delle stesse navi, anche alle persone a mobilità ridotta. Gli approfondimenti svolti dal Nucleo di Polizia Economico-finanziaria con l’ausilio di ingegneri navali, nominati consulenti tecnici dal magistrato inquirente, hanno definitivamente confermato l’ipotesi investigativa, evidenziando l'inidoneità tecnica dei traghetti utilizzati, soffermatasi sul concreto rischio sussistente per l’incolumità delle Pmr in caso di evento avverso, come un naufragio o un incendio fortunatamente mai verificatisi.
Oltre alle carenze tecniche e strutturali dei traghetti, le indagini hanno permesso di rilevare come le difformità non fossero mai state sanate; situazione che non avrebbe quindi consentito la partecipazione né tantomeno l’aggiudicazione della gara. Gli accertamenti hanno fatto rilevare l’avvenuto ricorso a sostituzioni irregolari del traghetto designato per le tratte Carloforte-Portovesme e Carloforte-Calasetta, non autorizzate preventivamente dalla stazione appaltante. L’ammontare delle contribuzioni pubbliche indebitamente percepite nel periodo 2016- 2020, quantificato in oltre 54,1milioni di euro, è stato sequestrato nei confronti della società di navigazione aggiudicataria e degli indagati. Altri 9,9milioni sono stati sequestrati, quale profitto del reato, alla società di noleggio delle imbarcazioni avente assetto proprietario e management riconducibili ai principali indagati. Secondo la ricostruzione investigativa, gli indagati, interponendo una seconda società di servizi, hanno fornito alla compagnia di navigazione indagata altre tre navi necessarie per partecipare alla gara, pur essendo consapevoli che le stesse non avessero i requisiti previsti. La cessione delle unità navali, avvenuta con la previsione di specifici canoni di locazione, ha fatto confluire parte delle somme introitate dalla Regione sui conti della società noleggiatrice. Una parte degli introiti è stata poi “girata”, a titolo di emolumenti e di dividendi, ai due soci amministratori ritenuti responsabili. Le società e le navi sequestrate sono state affidate agli amministratori giudiziari nominati dal Gip per garantire la continuità aziendale.
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