Carlo Mannoni
11 marzo 2021
L'opinione di Carlo Mannoni
Punta Giglio, casermette e paesaggio
Per il Codice dei beni culturali e del paesaggio, si intende per paesaggio “il territorio espressivo di identità, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni”. Da questa enunciazione di principio scaturiscono dallo stesso Codice le azioni di tutela “relativamente a quegli aspetti e caratteri che costituiscono rappresentazione materiale e visibile dell’identità” di un territorio. L’area di Punta Giglio, ad Alghero, quale preminente gioiello naturalistico della più vasta area di Porto Conte-Capo Caccia, risponde perfettamente all’idea di paesaggio definita dal legislatore. Inserita nell’omonimo Parco naturale, istituito con legge regionale dopo una lunga battaglia della comunità algherese, è tutelata, per le sue caratteristiche naturalistiche e paesaggistiche, dal Ppr e da altre misure di promanazione europea (area Sic e Zps di interesse comunitario). Nell’area sono iniziati, i questi giorni, da parte di alcuni privati, i lavori di recupero funzionale degli ex edifici militari realizzati nel sito durante la Seconda guerra mondiale, da cui è possibile spaziare visivamente per tutto il golfo di Capo Caccia godendo di uno straordinario panorama. Tali costruzioni, testimonianza della storia dell’uomo nel territorio, interagiscono in pieno equilibrio con la natura che la storia del sito è riuscita a creare e preservare e andrebbero tutelate con lavori minimali di conservazione e destinate, ove si volesse, a pura testimonianza museale del periodo storico che richiamano.
I lavori intrapresi sono invece finalizzati a trasformare il complesso, oltreché in un museo a cielo aperto, anche in un “punto ristoro” con annesso ristorante e posti letto (venti, pare) e connessa “vasca ludica”, quale piccola dimostrazione della creatività dell’uomo quale primo imitatore della natura (ovvero il meraviglioso mare prospiciente). Un’attività di erogazione di servizi al pubblico a pagamento, per dirla in parole semplici, svolta da una società che non persegue fini di lucro, ma pur sempre un’attività sostanzialmente commerciale in un sito che non aspettava di meglio. Lo si desume da ciò che scrivono i titolari dell’intervento, sotto lo sguardo non solo comprensivo, ma addirittura plaudente, degli amministratori del Parco. I lavori hanno ottenuto la preventiva autorizzazione da parte del Comune di Alghero, che come il Giano Bifronte ha agito con doppio sguardo sia da soggetto autorizzatore, che come controllore degli aspetti naturalistici tramite il Parco di Porto Conte di cui è azionista unico. Ma alla cittadinanza attiva è doverosamente consentito, ammesso che non sia anche un dovere civico, di sindacare gli incartamenti pur quando siano sigillati con i timbri apposti sulla ceralacca dalle autorità ambientali, paesaggistiche e urbanistiche. Ciò che ci allarma, destando in noi più d’una perplessità, è infatti l’idilliaca rappresentazione fatta dell’intervento dai proponenti, ora attuatori.
Ci sarà la piccola foresteria quale luogo di sosta e riposo per i viandanti (scritto così) ai quali verrà dato anche il meritato ristoro con un bagno (ma breve, s’intende, solo per un veloce rinfresco) nella “vasca ludica”. E poi “l’energia elettrica sarà ricavata attraverso pannelli fotovoltaici”, ma “scelti con cura per evitare disturbi all’avifauna”, che ne resterà compiaciuta e anzi ringrazierà. “Il parco auto della cooperativa”, inoltre, eviterà il motore a scoppio e “sarà completamente elettrico”, e anche gli esseri umani, così come l’avifauna, ne saranno compiaciuti, se non strabiliati. Avremo poi l’onda del mare generatrice di energia attraverso una “innovativa macchina” che è in fase di ”studio in collaborazione col Parco”. Sarà innovativa, e come altrimenti, forse un prototipo progettato dagli scienziati dello stesso Parco. Al “viandante”, poi, verrà data la giusta gratificazione gastronomica nel “piccolo ristoro dedicato ai fruitori di Punta Giglio” dove, fate attenzione, “si farà uso di prodotti locali privilegiando quelli con il marchio di qualità del Parco” e, soprattutto, “si seguirà il ciclo delle stagioni”. Se cercherete le fragole di serra fuori periodo non ve le serviranno e ciò distinguerà il punto ristoro da tutti gli altri. Scrive Gavino Delrio, autentica espressione dell’algheresità marinaresca: “Perché realizzare posti letto a Punta Giglio quando l’agro dispone di tanti B&B? Non basterà la disponibilità di venti brande. Amplieranno”. Aggiungo di mio, dopo aver letto la bucolica descrizione da parte dei privati attuatori in base agli astratti principi dell’ecologia applicati al territorio, che tutto ciò andrà pure bene in termini di principio, ma per realizzare questo perfetto equilibrio tra natura e uomo, era proprio necessario aprire un cantiere nel piccolo e sinora incontaminato paradiso di Punta Giglio col beneplacito del Comune di Alghero e del Parco di Porto Conte?
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