Numerose ville e residenze cresciute negli anni senza controllo e criterio. Immobili quasi ovunque su più livelli, dalle dimensioni notevoli, che certamente non possono inquadrarsi come “case appoggio” di una pratica agricola il più delle volte inesistente
ALGHERO – Non chiamatele “case appoggio” o “depositi attrezzi”. Perchè se si escludono poche strutture realmente nate ed utilizzate come supporto alle attività agricole, il resto sono ville, villette, residenze ed in alcuni casi, veri e propri palazzi. Dopo la bufera giudiziaria di inizio estate, che ha investito progettisti, proprietari e tecnici comunali riguardo le tante concessioni edilizie nella zona di Monte Ricciu, finite sotto la lente della
Procura della Repubblica, a ben vedere ci si accorge che tante altre zone agricole adiacenti alla città sono interessate da una violenta cementificazione. Solo qualche giorno fa la pubblicazione, da parte della Direzione Generale della Pianificazione Urbanistica Territoriale e Vigilanza edilizia della regione Sardegna, dei dati sugli abusi edilizi nell’isola, e
Alghero si scopre ai primi posti per abusi accertati. Tanti terreni in questi ultimi anni hanno seguito destini simili, finendo vittima di vere e proprie lottizzazioni non dichiarate, celate in non ammissibili frazionamenti. La polverizzazione del latifondo, vecchio problema di politica agricola, anche ad Alghero ha raggiunto livelli allarmanti. E’ il caso di Monte Ricciu, che più di tutti ha fatto discutere in passato, ma certamente non l’unico o il più significativo. La lenta trasformazione che interessa le zone agricole alle porte di Alghero, è fatto ormai accertato e facilmente documentabile. Basterebbe un semplice giro per le residenze di campagna per constatare l’assoluta anormalità che contraddistingue le costruzioni. Ciò che spaventa di più però, è la grande facilità con cui fino a ieri si poteva ottenere una licenza edilizia per edificare vere e proprie palazzine. Immobili quasi ovunque su più livelli, dalle dimensioni notevoli, che certamente non possono inquadrarsi come “case appoggio” di una pratica agricola il più delle volte addirittura inesistente. Una semplice relazione agronomica, a nome anche di un non coltivatore o imprenditore agricolo, in cui si evincesse una qualsivoglia attività agricola, per ottenere una concessione edilizia a fini abitativi. Poi una “pietra tombale” sopra la pratica, in modo tale da dimenticarsi di tutto. Gli scarsi controlli del territorio e la diffusa pratica dell’abuso, compiono il miracolo. Ecco grandi e maestose residenze inserite in appezzamenti poco più estesi del mezz’ettaro. Vedere per credere. Oggi, anche con l’ausilio di strumentazioni moderne, risulta essere facilissimo. Ecco solo parte della reale fotografia dell’agro algherese. /
MONTE CALVIA /
MONTE RICCIU /
LA PUSSETTA /
SALONDRA /
VESSUS /
CARRABUFFAS