Red
20 febbraio 2021
Cultura: gli assessori chiamano il Governo
Ieri mattina, a un anno dall’inizio della pandemia, dodici assessori alla Cultura di altrettanti Comuni italiani hanno presentato attraverso una videoconferenza stampa le loro proposte, proponendo al Governo nazionale un’alleanza per azioni concrete a sostegno di tutti i comparti culturali. Per la Sardegna, c´è Cagliari
CAGLIARI – Ieri mattina (venerdì), a un anno dall’inizio della pandemia, dodici assessori alla Cultura di altrettanti Comuni italiani hanno presentato attraverso una videoconferenza stampa le loro proposte a sostegno degli ecosistemi culturali urbani, resi fragili da un anno di emergenza sanitaria e dall’incertezza che ancora governa la loro attività. Consapevoli da subito dei danni che la situazione pandemica avrebbe provocato nel sistema socio-culturale del Paese; gli assessori Paola Piroddi (Cagliari), Paolo Marasca (Ancona), Ines Pierucci (Bari), Matteo Lepore (Bologna), Tommaso Sacchi (Firenze), Barbara Grosso (Genova), Filippo Del Corno (Milano), Eleonora De Majo (Napoli), Adam Darawhsa (Palermo, poi sostituito da Mario Zito), Luca Bergamo (Roma), Francesca Leon (Torino) e Paola Mar (Venezia), riuniti in un coordinamento, hanno interloquito nei mesi scorsi sia con il Ministero, sia con l’Anci, ottenendo risultati concreti, soprattutto per quel che concerne le garanzie riservate ai lavoratori della cultura. Frutto del lavoro di coordinamento costante e della volontà condivisa di dare piena realizzazione al diritto alla cultura, le proposte presentate dai dodici si iscrivono all’interno di un’auspicata alleanza tra il Governo e i territori in cui la cultura esiste, produce e si sviluppa. Musei, teatri luoghi di spettacolo, sedi espositive, luoghi d’arte e cultura: le città intendono mettere a disposizione del Governo la propria conoscenza capillare del mondo culturale e delle sue problematiche, ponendo le basi e stabilendo insieme i protocolli per una ripresa il più possibile certa, rapida e omogenea in tutto il territorio nazionale. Tra i temi presenti al loro tavolo: il diritto alla cultura; la necessità di tutelare gli ecosistemi culturali urbani, che sono il vero bacino cui la cultura del Paese intero attinge; la fragilità economica dell'intero comparto culturale. Su questi temi, il gruppo ha già avuto modo di interloquire con il Ministero, e ha ottenuto ascolto e risultati concreti, soprattutto per quel che concerne le garanzie riservate ai lavoratori della cultura.
Durante il suo intervento, Piroddi ha evidenziato l’importanza del coordinamento dei Comuni come tassello importante e imprescindibile in questo momento di crisi per tutelare il comparto cultura anche e soprattutto nell’attenzione rivolta alle migliaia di lavoratori attraverso proposte condivise. Una condivisione quanto più importante nel contesto di un’isola come la Sardegna che, in tempi di pandemia e conseguente lockdown, soffre ancora di più la sua condizione di lontananza e isolamento: «Per il sistema culturale della città di Cagliari è fondamentale restare collegati al resto d’Italia. La pandemia ha evidenziato la fragilità del nostro sistema cultura caratterizzato da maestranze e professionalità frastagliate che necessitano di tutela per evitare che questo patrimonio di saperi non diventi definitivamente “invisibile”. La cultura, oggi più che mai, si definisce come humus sul quale si poggia la vita sociale e civile dei territori. Per questa ragione, l’Assessorato alla Cultura, spettacolo e verde pubblico di Cagliari si è impegnato nell’ascolto del territorio, analizzando in maniera articolata attraverso un lavoro di ricerca tutti gli “attori” che gravitano all’interno del settore culturale e artistico del tessuto cittadino al fine di far emergere anche tutto quel sottobosco di professionalità che in questo momento in maniera silenziosa stanno vivendo una condizione devastante. Le Amministrazioni comunali attualmente possono intervenire a sostegno delle associazioni con contributi da elargire solo a spettacolo avvenuto, ma se gli spettacoli non si possono allestire ci ritroviamo a dover cercare di arginare in tutti i modi possibili il crollo e il collasso definitivo del sistema contributivo. In quest’ottica, l’avere avviato un sistema di condivisione attraverso un tavolo di confronto diretto con il Ministero che si muove attraverso un dialogo che parte “dal basso”, direttamente dai territori uniti negli intenti seppur ognuno forte delle sue peculiarità, aiuta ad accorciare le distanze tra chi produce effettivamente la cultura e chi la deve supportare con interventi di respiro nazionale. La risposta positiva del ministro Dario Franceschini a questo dialogo ha dato speranze già nella sua prima fase e l’auspicio è che la sua riconferma possa saldare ulteriormente le connessioni e le condivisioni di intenti». L’Assessorato alla Cultura e spettacolo di Cagliari accorpa a sé anche quello del verde pubblico e nel periodo Cpvod, come sottolinea Paola Piroddi, «questo diventa un aspetto molto importante che porta a riflettere sulla possibilità concreta di sviluppare nelle aree aperte nuove e innovative visioni».
Le proposte presentate durante la conferenza da parte degli assessori hanno riguardato: la garanzia dell’apertura dei luoghi di cultura al di là dei colori della Regione, con un protocollo unico: questo eviterebbe la reversibilità delle aperture, a meno di situazioni particolarmente gravi, garantirebbe la continuità del presidio culturale sul territorio, assicurerebbe il lavoro e la fiducia, darebbe sostanza al diritto inalienabile alla cultura e fornirebbe ai cittadini alternative controllate e sicure, invece di obbligarli a una socialità compressa in pochi, e poco controllati, luoghi pubblici o privati; l’esperienza delle città, la serietà con cui teatri, musei e luoghi di cultura hanno mostrato di saper gestire i periodi di apertura, l’elasticità del servizio, la disponibilità ad adattarsi ai vincoli che di volta in volta si rendono necessari, rendono questo obiettivo realisticamente possibile; la garanzia dell’apertura dei luoghi di cultura anche nei week-end nelle zone gialle e arancioni, nel rispetto di ogni norma prevista a oggi per il contenimento del rischio sanitario e in attesa dell’auspicato protocollo unico. Un intervento necessario per la sostenibilità del lavoro culturale, per garantire la continuità nella conservazione del patrimonio, per consentire l’accesso ai luoghi di cultura a tutti i lavoratori del Paese, e quindi il pieno rispetto del diritto alla cultura; la costituzione di un Tavolo permanente Enti locali in costante dialogo con il Ministero alla Cultura e, nell’ambito del nuovo assetto dei sottosegretariati ministeriali, la creazione di un sottosegretariato con delega ai rapporti Anci ed Enti locali, come già avvenuto in passato per il Turismo. Questo nuovo riferimento aprirebbe un dialogo costante con il Ministero e garantirebbe la concertazione di politiche culturali (necessarie per la rinascita del Paese) tra Governo centrale e le città, che si metterebbero a disposizione con spirito di servizio come interlocutori per la costruzione di politiche condivise e come portavoce delle istanze derivanti dai territori. Infine, gli assessori hanno auspicato la creazione di un fondo speciale destinato alla ripartenza delle città sul piano culturale: «Queste proposte nascono dall’esperienza di governo locale e dall’impegno continuo e costante nella tutela della produzione, della programmazione e del lavoro culturale. Con il senso pratico che distingue il mondo delle città, a un anno dall’inizio della nostra collaborazione, vogliamo allinearci a quanto sostenuto dal presidente del Consiglio Mario Draghi nella replica al Senato: “Il rischio è di perdere un patrimonio che definisce la nostra identità. Molto è stato fatto, serve fare ancora di più"».
Nella foto: l'ExMà di Cagliari
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