«La notevole eco di stampa che l’indifferibile e necessario intervento di restauro su quattro delle ultime sculture di Mont’e Prama, emerse dagli scavi effettuati tra il 2014 e il 2016 sta suscitando, impone chiarimenti istituzionali anche al fine della corretta informazione pubblica», dichiarano dalla Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio del Mibact
CABRAS - «La notevole eco di stampa che l’indifferibile e necessario intervento di restauro su quattro delle ultime sculture di Mont’e Prama, emerse dagli scavi effettuati tra il 2014 e il 2016 sta suscitando, impone chiarimenti istituzionali anche al fine della corretta informazione pubblica. A norma dell’art. 91 del Codice dei Beni culturali, i beni archeologici ritrovati nel sottosuolo nazionale sono di proprietà dello Stato e ai sensi degli artt. 1 e 3 del medesimo Codice l’attività di tutela e conservazione dei rinvenimenti spetta precipuamente allo Stato e per esso al Ministero per i Beni e le attività culturali e quindi agli organi territoriali».
Dopo le diverse reazioni dal mondo politio e sociale, non ultima quello del presidente della Regione autonoma della Sardegna Christian Solinas
[LEGGI], relativa alla decisione di trasferire i Giganti da Cabras a Cagliari per effettuare i restauri del caso, arrivano i chiarimenti della Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio del Mibact. «Per il restauro delle statue, lo Stato ha già stanziato, fondi pari a 60mila euro per “Interventi di manutenzione, tutela e controllo del patrimonio archeologico delle province di Cagliari e Oristano”, a cui si aggiunge il finanziamento concesso dalla Fondazione Banco di Sardegna di 10mila. Il restauro dovrà avvenire, ad esclusiva salvaguardia dei beni culturali dello Stato, secondo le modalità tecnico-scientifiche più idonee a garantire il miglior intervento conservativo del caso, da effettuare nelle adeguate sedi di laboratorio specializzato a ciò istituzionalmente destinate: a tal fine, lo Stato ha altresì già stanziato la somma di 16.836euro per effettuare il trasporto delle sculture da Cabras a Cagliari».
«Per quanto attiene alla successiva valorizzazione del gruppo scultoreo, il Ministero per i Beni e le attività culturali ha inoltre già stanziato 3milioni di euro per la realizzazione di un nuovo Museo di Cabras a questo ha fatto seguito l’accordo di valorizzazione del “Sistema di valorizzazione integrata territoriale del Sinis–Terra di Mont’e Prama”, stipulato il 19 luglio 2017, valido fino al 19 luglio 2022 e che dovrà portare alla nascita di una fondazione deputata alla gestione del Museo. Pertanto, a restauro completato, verificata la corretta attuazione dell’accordo, le statue potranno essere collocate al Nuovo Museo di Cabras. Nessuno “scippo” o “strappo” viene quindi perpetrato da parte dello Stato al Comune di Cabras – concludono dagli uffici del Mibact - trattandosi di obbligatorio esercizio delle funzioni istituzionali proprie dello Stato».