Skin ADV
Alguer.it
Notizie    Video    Alguer.cat   
NOTIZIE
SardegnaTurismo Alguer.it su YouTube Alguer.it su Facebook
Alguer.itnotiziesardegnaEconomiaArtigianato › Fondo di garanzia: «2miliardi per l´Isola»
Red 5 febbraio 2021
Fondo di garanzia: «2miliardi per l´Isola»
In Sardegna sono arrivati 2miliardi di euro di finanziamenti statali anti-Covid per quasi 40mila imprese. Il 74percento ha fatto domanda per importi inferiori a 30mila euro. «Necessari ulteriori strumenti di sostegno per ripartenza e per incrementare il livello di competitività imprenditoriale», dichiarano Antonio Matzutzi e Daniele Serra, presidente e segretario della Confartigianato imprese Sardegna
Fondo di garanzia: «2miliardi per l´Isola»

CAGLIARI - Quasi quattro imprese sarde su dieci hanno usufruito del sostegno del Fondo di garanzia dello Stato, messo in campo dal Governo per contrastare la crisi della pandemia. In circa dieci mesi, dal 17 marzo 2020 al 31 gennaio 2021, le attività produttive della Sardegna hanno presentato 39.127 domande di credito al Fondo, a seguito dei provvedimenti introdotti dai Dl “Cura Italia” e “Liquidità” contro la crisi per il Covid-19, per un ammontare di quasi 1,937miliardi di euro. 29.151 domande, pari al 74,9percento, sono pervenute per operazioni fino ai 30mila euro (ex 25mila) a garanzia 100percento dello Stato, per un totale di 552.240.000euro. Sono questi i dati che provengono dal monitoraggio che l’Ufficio Studi Confartigianato imprese Sardegna ha avviato sui dati del Fondo di garanzia, che in Italia ha messo a disposizione oltre 134miliardi di euro. La Sardegna, con le sue oltre 39mila domande (su un totale di 105mila imprese operanti in ogni comparto), si attesta in 13esima posizione, mentre la regione che ha presentato il maggior numero di richieste è la Lombardia (290.850), seguita a distanza dal Lazio (177.827).

La media della richiesta nell’Isola è di 49.669euro, contro una quota nazionale di quasi 80mila euro. Per le richieste fino a 30mila, l’importo medio delle domande è di circa 18.875euro, in linea con la media nazionale. A livello provinciale, per ciò che riguarda il totale delle domande, in testa il nord Sardegna (Sassari-Gallura), con 13.875 richieste, per un ammontare di oltre 683milioni di euro e una media di 49mila euro a impresa. Segue Cagliari con 11.155 domande, un ammontare di 603milioni di euro e una media a di 54mila euro. Per le domande che non vanno sopra i 30mila euro, in testa sempre il nord Sardegna,, con oltre 10mila domande per 192milioni di euro e quasi 19mila euro di media. Segue Cagliari con quasi 8mila domande per un ammontare di 154milioni di
euro e una media di 19mila euro richiesti. «I quasi 2 miliardi erogati alle imprese sarde dimostrano come siano stati messi in campo strumenti di portata straordinaria per consentire l’accesso ai finanziamenti a sostegno della liquidità delle imprese – commentano Antonio Matzutzi e Daniele Serra, presidente e segretario di Confartigianato imprese Sardegna – se poi teniamo conto che ben quattro realtà su dieci hanno potuto fruire di questo sostegno, risulta evidente come il tessuto imprenditoriale necessiti di credito anche per investire e crescere. Dobbiamo però essere consapevoli come questa situazione comporti un innalzamento dell’esposizione debitoria, che potrebbe portare, in taluni casi, alla saturazione della capacità di restituzione. Non nascondiamo la nostra preoccupazione sul fatto che in questo 2021 per molte imprese potrebbe essere molto difficile accedere a nuove risorse».

Su questo argomento, Confartigianato Sardegna ritiene indispensabili due cose. La prima che si intervenga, come previsto con le nuove tempistiche in tema di possibile ripianamento delle perdite realizzate nell’esercizio 2020 dalla Legge di Bilancio, sul processo di valutazione delle imprese in termini di merito creditizio tenendo conto dell’“effetto Covid-19” sui bilanci relativi al 2020. Si tratta, quindi, di operare una valutazione ponderata rispetto a eventuali sofferenze o deterioramenti del patrimonio aziendale, che tenga conto non solo del dato contabile, ma anche del reale stato di salute dell’impresa, della sua capacità di ripresa produttiva, di eventuali piani di risanamento e di quelle che sono le reali prospettive di mercato ed evitare che, al venire meno tra sei mesi delle misure di protezione attivate dal Governo attraverso il Fondo centrale di garanzia, corrisponda una stretta creditizia con un blocco dei nuovi affidamenti. Secondo, prevedere ulteriori strumenti di incentivazione che vadano a sostenere gli investimenti. L’intervento pubblico consentirebbe alle imprese sarde di poter continuare ad innovare e mantenere la competitività soprattutto nella prospettiva di essere pronte ad intercettare la ripartenza economica, quando ci sarà. Allo stato attuale, infatti, sono stati attivati interventi di ristoro per le imprese colpite dai provvedimenti di chiusura, e sono state adottate misure per l’accesso al credito. «Ma, a oggi – concludono Matzutzi e Serra - non ci sono provvedimenti di livello nazionale che sostengano investimenti da parte delle imprese. Il contributo pubblico avrebbe l’importante ruolo di agevolare l’erogazione di ulteriori finanziamenti da parte degli istituti di credito e contribuire ad incrementare il livello di competitività delle imprese della Sardegna».

Nella foto: Daniele Serra e Antonio Matzutzi



Hosting provider Aruba S.p.A. Via San Clemente, 53 - 24036 Ponte San Pietro (BG) P.IVA 01573850516 - C.F. 04552920482

La testata usufruisce del contributo della Regione Sardegna Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport
Legge regionale 13 aprile 2017 n. 5, art. 8 comma 13

© 2000-2024 Mediatica SRL - Alghero (SS)