Adriano Serra
21 gennaio 2021
L'opinione di Adriano Serra
Lo sport ai tempi del Covid, un altro mondo
La pandemia ha completamente cambiato le nostre abitudini e le nostre passioni, tra queste sicuramente quelle di noi sportivi. La scorsa stagione si era conclusa praticamente a metà, c'era grossa apprensione e il virus ha corso più di tutti e ci ha fatto stare a casa. Giustamente direi, nonostante il rammarico di tutti gli addetti ai lavori. Oggi ci troviamo in una situazione che, purtroppo, non è cambiata di molto. Le società hanno fatto davvero tanti sacrifici per poter disputare una stagione che, sicuramente si preannunciava particolare, ma che obiettivamente non si pensava potesse arrivare a somigliare così tanto a quella precedente. Da tecnico, posso dire che le quattro giornate che si è riusciti a disputare, sono state davvero molto impegnative, a livello di organizzazione e di rispetto dei protocolli. Rigidi, com'è giusto che sia, ma che hanno tolto un po' di spensieratezza, che questo sport sa dare.
L'impegno dei dirigenti e delle società per garantire il massimo della sicurezza è sempre stato enorme e, credetemi lo è tutt'oggi che, nel pieno rispetto dei protocolli, in alcuni centri sportivi, come quello della società dove alleno, l'Alghero calcio, si sta svolgendo attività. Allenamenti distanziati, misurazione della temperatura, autocertificazione, mascherina obbligatoria fino all'ingresso in campo ma, soprattutto, nessun tipo di partita o esercitazione che preveda il contratto tra i ragazzi. Insomma, un altro mondo. Una situazione che personalmente, pur non essendone ovviamente entusiasta, ho utilizzato per approfondire alcuni aspetti e mettere in discussione le mie capacità e le mie conoscenze e, dal quale sto solo imparando. La scelta di continuare ad allenarsi, ha diviso le società tra favorevoli e contrari, senza tra l'altro lasciare una leggera scia di polemica. Io mi trovo, come spesso ho fatto, a sentirmi in dovere di non giudicare nessuna delle due scelte: ogni scelta va rispettata, purché rispetti quella degli altri ed il bene dei propri tesserati. Questa è stata una situazione nuova e nessuno di noi era preparato, ha messo a nudo la fragilità di tutti, dalle grandi società fino alle piccole, ma quello che spesso tralasciamo, ha evidenziato notevolmente la fragilità dei ragazzi di oggi. Giovani che sicuramente vivono un adolescenza diversa dalla mia di qualche anno fa, spesso apparendo più sfacciati (se così si può dire), ma che stanno vivendo questo momento storico importante, portando sul groppone, forse, responsabilità alle quali non possono essere pronti e dimostrando spesso, come dicevo prima, una grande fragilità.
Ed in questo che, attraverso lo sport e le figure professionali di questo, non si può non cercare di essere d'aiuto. Non ci sono rimborsi che abbiano importanza oggi, lo si fa per dovere. Il mio intento, in questo periodo di stop è quello di andare al campo per dare ai ragazzi un paio d'ore di svago, continuando a trasmettere qualcosa di tecnico che può servirli si come “giocatori”, ma soprattutto facendo capire che a livello umano, sono una persona che c'era e c'è sempre in ogni momento, specialmente in questo. Per quanto riguarda la sospensione dei campionati, oggi credo si navighi giustamente un po' a vista, è l'andamento del virus a dettare i tempi. In maniera obiettiva ritengo che questi siano destinati a concludersi come la passata stagione. Destinando tutte le risorse per organizzare la prossima (sperando di aver lasciato alle spalle l'emergenza) dando tutto il sostegno necessario alle società sportive che, saranno realtà che subiranno davvero dei danni importanti, visti gli investimenti fatti. Qui, Istituzioni e Federazione dovranno trovare le soluzioni opportune, ma in maniera concreta.
* responsabile tecnico Allievi regionali Alghero calcio
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