Red
22 dicembre 2020
Poligono Teulada: c´è la firma
Dopo quindici anni, è stato firmato il nuovo disciplinare d´uso. «Recuperati spazi simbolici e per il pascolo, collaborazione con l´Esercito per la ricerca ad alta tecnologia», annuncia il presidente della Regione autonoma della Sardegna Christian Solinas
CAGLIARI - Il presidente della Regione autonoma della Sardegna Christian Solinas e il comandante dell’Esercito in Sardegna, il generale Francesco Olla, hanno firmato questa mattina (martedì) a Villa Devoto il disciplinare d’uso del poligono di Capo Teulada. Dopo quindici anni (l’ultima intesa quinquennale fu sottoscritta nel 2000), vengono così aggiornati per la durata di altri cinque anni gli accordi per la regolamentazione delle attività ammesse nelle aree in cui si tengono le esercitazioni militari, e l’uso comune di pascoli, spiagge e superfici marine. «Il nuovo disciplinare – ha detto Solinas – arriva dopo un lungo periodo e apre una serie di possibilità importanti per una migliore integrazione sul territorio delle attività militari rispetto a quelle civili e per riaprire un dialogo positivo con l’Esercito». Un rapporto che ha già dato buoni risultati nel campo della Protezione civile, «uno dei settori in cui la collaborazione può essere più ampia – ha sottolineato il governatore dell'Isola – Noi abbiamo un interesse specifico a formare tutta la nostra macchina di Protezione civile in un ambiente che ha capacità strutturale, risorse e mezzi importanti. Il mondo del Terzo settore in questa fase è impegnato su più fronti e ha sempre dimostrato, in qualsiasi tipo di emergenza, di essere operativo e pronto a intervenire. Offrire una formazione integrata all’interno di un poligono, con il supporto dei militari, è sicuramente una grande opportunità da coltivare per il futuro».
«La firma del nuovo disciplinare di Capo Teulada – ha spiegato il presidente – va anche nella direzione di un progressivo recupero di spazi, anche simbolici. Porto Tramatzu è stato per decenni il simbolo della volontà di restituire alla cittadinanza un pezzo di Sardegna. Ed è stato proprio il generale Olla a dare un’accelerazione decisiva perché la spiaggia fosse liberata dai manufatti residui, poi trasferita al demanio statale e ora, ai sensi dello Statuto, alla Regione Sardegna. Altro effetto positivo dell’intesa è quello che si produce sul mondo della pastorizia e dell’allevamento: Recuperare spazi di pascolo è fondamentale sempre di più in un tempo nel quale il comparto sta vivendo una crisi senza precedenti e la possibilità di accedere ai contributi comunitari è direttamente proporzionale alle aree che si possono dimostrare di possedere legittimamente». Aprire questi spazi, quindi, «significa dare risposte concrete al nostro tessuto economico produttivo e agli anelli più deboli del settore primario, che hanno bisogno di queste terre».
La firma, ha rimarcato «si pone all’interno di una cornice più ampia di un ritrovato dialogo e di un nuovo punto di equilibrio dei rapporti tra Regione e Forze armate. Oggi i sistemi duali consentono di attrarre in Sardegna investimenti strategici in ricerca e sviluppo che ben si sposano con i nostri fiori all’occhiello, come il Crs4 e Sardegna Ricerche, pronti a contribuire per dare know-how e per formare, all’interno di percorsi universitari, nuove generazioni che possano essere poi assorbite nei progetti da sviluppare». La Sardegna, ad esempio, «può giocare un ruolo importante sull’utilizzo dei droni, perché davanti a una condizione di ritardo generalizzato di tutta Europa nello sviluppo di questa tecnologia, può diventare il baricentro dello sviluppo e del perfezionamento di questi strumenti e di questa tecnica. Basta pensare a quale utilità civile l’uso dei droni possa avere sul controllo del territorio per finalità antincendio e di Protezione civile. Speriamo di poter tracciare un percorso con l’Esercito – ha concluso Christian Solinas – che porti risultati sempre migliori. Uno di questi, su cui si è aperto uno spiraglio, potrebbe essere quello di riportare in Sardegna un centro di selezione per gli arruolamenti. L’abbiamo perso tanti anni fa e questa assenza ha determinato per i giovani sardi un aggravio in più, che spesso disincentiva la partecipazione. Perché se un nostro giovane vuole provare a intraprendere la carriera militare deve andare a fare una selezione, quindi spostarsi con l’aereo o la nave, con maggiori costi di trasporto e di permanenza. E di questi tempi, con la crisi, il costo viene a pesare ancora di più sulle famiglie»
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