Red
21 dicembre 2020
Artigianato alimentare sardo per sostenere economia locale
A Natale, artigianato alimentare sardo di qualità per sostenere imprese, lavoro e territori. Nell’Isola, sono 3.500 gli “artigiani del gusto” con oltre 10mila addetti. Lo scorso anno, 378milioni di euro in acquisti di prodotti agroalimentari. «Lockdown delle Festività: duro colpo alle imprese. Sostenere artigiani acquistando i loro prodotti per far ripartire l’economia», auspicano Antonio Matzutzi e Daniele Serra, presidente e segretario di Confartigianato imprese Sardegna
CAGLIARI - Pane, pasta, carni, salumi, formaggi, verdure, ortaggi, frutta e, soprattutto, dolci e vini, distillati e bevande. Sono questi alcuni dei prodotti dell’immenso “giacimento” della food economy della Sardegna che, in particolare sotto le festività di Natale, nonostante la crisi, finiranno sulle tavole delle famiglie sarde. Tutto questo, lo scorso anno valse 378milioni di euro e quest’anno sarà difficile bissare quel risultato. Ad affermarlo sono i dati dell’Ufficio studi di Confartigianato Sardegna che, nel dossier “Food economy di Mpi e artigianato alimentare nel 2020”, ha rapportato i consumi dell’anno scorso con l’andamento delle vendite di quest’anno e rielaborato i dati di Istat, UnionCamere-Infocamere e Mipaaf, su imprese e produzioni alimentari e consumi delle famiglie nell’ultimo anno. Un settore, quello dell’agroalimentare sardo, rappresentato in regione da 3.523 imprese artigiane che danno lavoro a 10mila addetti, con un'offerta enogastronomica di otto prodotti Dop, Igp e Stg, 214 prodotti “tradizionali”, e una capacità export che sfiora i 100 milioni di euro all’anno.
«Il Decreto legge del Governo, purtroppo, condizionerà pesantemente l’attività anche delle imprese artigiane dell’agroalimentare della nostra Isola che, proprio durante le festività natalizie, realizzano gran parte del loro fatturato – commentano Antonio Matzutzi e Daniele Serra, presidente e segretario di Confartigianato imprese Sardegna – comprendiamo l’esigenza di dare priorità alle misure di contenimento del contagio, ma auspichiamo che l’Esecutivo metta in campo le risorse adeguate per compensare l’impatto delle disposizioni su tutti i settori. Siamo consapevoli che la nostra food economy subirà un pesante colpo dalla chiusura di ristoranti, pizzerie, bar e delle altre attività connesse, anche per la limitazione della circolazione delle persone. Una “voragine” che
potrebbe essere in parte compensata dai consumi delle famiglie sarde che, comunque, si apprestano a festeggiare in famiglia (con le opportune accortezze e nel rispetto delle regole)».
«Per questo, l’invito ad acquistare prodotti agroalimentari sardi, soprattutto quelli artigianali, nelle botteghe di quartiere, che da sempre garantiscono requisiti di sostenibilità, circolarità ed eticità. Caratteristiche che la pandemia ha portato ad influenzare ancor di più le scelte dei consumatori. I nostri artigiani del gusto utilizzano materie prime locali e metodi di produzione tipici che evidenziano il legame con il territorio regionale – rimarcano Matzutzi e Serra – la genuinità di queste specialità fa bene alla salute, fa muovere l’economia e contribuisce a mantenere alta la bandiera del food regionale nel mondo. Per questo, i prodotti e le imprese della nostra tradizione alimentare, che hanno nella qualità e nell’artigianalità della lavorazione il proprio elemento distintivo, vanno promossi ancora di più in questo 2020. Per questo, invitiamo tutti a sostenerli acquistando i loro prodotti». In conclusione, l’auspicio dell’associazione artigiana che i ristori previsti dal Governo siano realmente adeguati a compensare le perdite subite dalle imprese: «Sia dal punto di vista della quantità delle risorse messe in campo, sia nel tenere conto di tutte le attività collegate a quelle soggette a chiusura – concludono presidente e segretario – le nostre imprese hanno bisogno di certezze e di chiarezza».
Nella foto: il presidente della Confartigianato imprese Sardegna Antonio Matzutzi
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