Carlo Mannoni
21 dicembre 2020
L'opinione di Carlo Mannoni
Il giorno di Natale con i genitori lontani
Ah questo divieto che ti impedisce di andare a far visita ai vecchi, almeno per Natale! Per arrivare dai miei ci vogliono minimo tre ore di auto. Un bel pezzo della Carlo Felice, poi il bivio per Tempio sino all’altro per Perfugas e da lì fino a Santa Maria Coghinas dove prendo la litoranea dapprima tortuosa e poi rettilinea, con il mare conosciuto che ogni tanto mi stuzzica facendo capolino qua e là, sino a prorompere, dopo Vignola, con la Corsica che mi si para davanti con le alte montagne dalle cime innevate e le bianche falesie a ricordarmi che tra non molto sarò arrivato. E' un viaggio che non faccio da un po' e i miei avrebbero tutte le ragioni per imbronciarsi. Ma sanno bene quanto io tenga e pensi a loro e non se ne dolgono. Hanno da anni tanta pazienza per questo figliolo che li insegue nella vecchiaia ma che ultimamente si fa desiderare.
Quest’anno avrei la scusa, morale e legale, per rinviare il viaggio, ma non c’è verso, è più forte di me. Forse l’annunciato divieto acuisce la nostalgia e con essa il desiderio di far loro vista. Sento e leggo, però, che per Natale saremo tutti coscritti a casa con un raggio limitato d’azione. Sono misure giuste e appropriate, sempre che tutti le rispettino. Io però i miei genitori quest’anno, per Natale, non voglio lasciarli soli. Ho con loro un vecchio debito da quando Babbo Natale da noi non era ancora arrivato e Gesù Bambino faceva a gara, per i regali, con la Befana. Un anno, nel preciso momento del transito dagli stupori e dalle fantasie fanciullesche alla fredda realtà al di fuori del mito, quando capii che la vita aveva assai poco di fantastico e di miracoloso e che dietro i regali di Gesù Bambino c’erano esclusivamente loro con tutto l’amore di genitori, promisi a me stesso che non li avrei mai abbandonati e che a Natale saremmo stati ogni volta assieme.
Ma così non è stato ed è da anni che ciò non accade. Ecco, è per questo che ho deciso di partire e di recarmi da loro. Al diavolo i divieti. L’ho già fatto un’altra volta, nello scorso mese di aprile in pieno lockdown, non riuscendo a vincere la nostalgia per Alghero. Quella volta mi è andata bene, a parte qualche mugugno e fastidio per la mia sfrontatezza. Sarà così anche questa volta: viaggerò in piena notte e arriverò a destinazione quando l’alba non sarà ancora sorta. Nessuno si accorgerà di me. Sarà già importante esser là e attenderò che faccia giorno prima di annunciarmi a loro. So che ne saranno sorpresi e felici, e io con loro, come lo sono sempre stati a ogni mia visita, ma questa volta ancor più per questo tormentato Natale che tiene lontani gli esseri umani dai loro simili. Sarà come tornare, per un attimo, al Gesù Bambino di un tempo ora scomparso dai nostri orizzonti. Una rinascita, come quella che si perpetua ogni anno nella giornata del 25 dicembre. Mia madre avrebbe avuto oggi 107 anni, mio padre 116. Ma che importa.
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