Red
12 dicembre 2020
«Nessun ristoro per i microbirrifici»
«Ingiusto escluderli per il codice Ateco. Presentata un´interrogazione parlamentare», annuncia il deputato sardo di Fratelli d´Italia Salvatore Deidda

CAGLIARI - «Sono sessanta o forse più i microbirrifici sardi e 900 quelli italiani che non hanno trovato nessun ristoro nei provvedimenti del Governo, perché il loro codice Ateco è identico a quello degli industriali dei grandi marchi della birra. A differenza di quest’ultimi, che hanno comunque subito una grande perdita, i microbirrifici non si rivolgono alla grande distribuzione ma a ristoranti, pub, chioschi e circoli».
A porre l'attenzione sul tema è il deputato sardo di Fratelli d'Italia Salvatore Deidda. «E' evidente che le restrizioni delle aperture abbiano fortemente danneggiato il prodotto che deve essere pure smaltito con ulteriori spese», commenta Deidda, che ha presentato un’interrogazione al Governo per chiedere il superamento dei codici Ateco, il riconoscimento di una defiscalizzazione per chi produce birra e un credito di imposta per chi spilla con i microbirrifici;
«Il Governo non ha riconosciuto nessun aiuto a quella filiera che, nel 2019, ha prodotto mezzo punto di Pil, 10miliardi di euro. Già in passato, proprio in Regione Sardegna, con l'attuale sindaco di Cagliari allora consigliere regionale, abbiamo reso possibile un aiuto ai microbirrifici, tagliando l'accise come richiesto da Assobirra, proposta poi ripresa dallo scorso Governo gialloverde. Ora, servono misure strutturali per ridare ossigeno ad un settore produttivo e fiorente», conclude l'esponente di FdI, che lunedì è stato in visita al birrificio Alvure.
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