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Red 9 dicembre 2020
Piano casa: il Wwf non ci sta
«L´ennesimo rinnovo del Piano casa compromette il paesaggio, le coste, i centri storici, l´agro, le aree fragili, la biodiversità. Quanto è stato costruito in undici anni di deroghe con il Piano casa?», chiede l´associazione ambientalista
Piano casa: il <i>Wwf</i> non ci sta

ALGHERO - «Il ddl n.108, ovvero l’ennesimo rinnovo del Piano casa, in esame nella Quarta Commissione del Consiglio regionale è una deregulation generalizzata che compromette il paesaggio, la fascia costiera dei 300metri dal mare e sino ai 3chilometri, i centri storici, le città, l’agro, le aree fragili, la biodiversità degli habitat e la continuità ecologica». E' il Wwf a ravvisare «una palese violazione dei principi di base della pianificazione e delle norme di tutela nazionali e regionali in vigore da trentacinque anni. La Sardegna, invece, ha bisogno di una legge urbanistica e di un’estensione del Ppr all’intero territorio della regione che sappiano mettere in sinergia le città costiere e le zone interne».

«I flussi turistici si intercettano e si potenziano con la qualità ambientale diffusa, la salvaguardia dei beni culturali e paesaggistici, le produzioni agroalimentari e l’enogastronomia, l’artigianato artistico di qualità e l’alta formazione professionale; se questi fattori venissero messi in rete e resi fruibili con una politica concreta sui trasporti e sulla mobilità interna. Al contrario, l’attuale disegno di legge prevede nella fascia costiera un deprezzamento ambientale con incrementi volumetrici per alberghi, residence e seconde case sino al 50percento. I surplus non vengono espressamente esclusi neppure per le strutture che ne hanno già usufruito in passato. Chiunque potrà costruire nell’agro in un solo ettaro e, come dimostra il recente passato, si rischia di riaprire le maglie per nuove lottizzazioni abusive. Le aree agricole più a rischio sono, ovviamente, le zone costiere e quelle a ridosso delle città, determinando l'abbrutimento dei paesaggi, la frammentazione e la distruzione delle aree agrarie e colturali. Inoltre, nei centri storici e nelle città sono ammesse ulteriori amplificazioni di cubature, disattendendo gli standard per servizi e aree verdi col risultato di realizzare città sempre più grigie e senza qualità della vita per i cittadini. Peggio ancora: si potranno rendere abitabili seminterrati o pilotis», prosegue il delegato del Wwf Italia per la Sardegna Carmelo Spada.

«Eppure, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale evidenzia che circa 120mila sardi sono residenti in aree a rischio medio di alluvioni e circa 42mila edifici sono in zone pericolose; inoltre parti significative di territorio regionale sono esposte a potenziali pericoli di frana. Il ddl n.108 però non pare tenere conto di questi dati visto che concede inusitatamente ulteriori volumetrie in maniera indiscriminata su tutto il territorio regionale. Eppure, questi studi idrogeologici e ambientali dovrebbero indurre tutti alla presa di coscienza del pericolo e condurre a scelte oculate, finalizzate a mitigare i rischi. L’altro dato macroscopico e contraddittorio consiste nel fatto che la Sardegna è tra le regioni d’Italia con maggiore incremento percentuale di consumo di suolo in metri quadri di cemento e asfalto pro capite (Ispra 2018): purtroppo il consumo risulta inversamente proporzionale al costante calo della popolazione. Visto il quadro, non è più accettabile che si continui, dopo undici anni, con le proroghe di una norma che sarebbe dovuta essere transitoria, quale è Piano casa. E’ urgente, e non più procrastinabile, una valutazione degli impatti. Si chiede che i servizi tecnici di Sorveglianza urbanista della Regione predispongano le stime di quanto è stato costruito in deroga a causa dei vari rinnovi del Piano casa. Ancor prima della deliberazione del Consiglio regionale è necessaria la valutazione ambientale strategica. Una specifica richiesta potrà essere rivolta all’Unione europea al fine di verificare la compatibilità delle scelte locali con le strategie europee su paesaggio e adattamento al cambiamento climatico. Le scelte sul territorio di oggi implicano conseguenze per il futuro. E’ dovere delle presenti generazioni lasciare un pianeta e una regione vivibile agli uomini e alle donne di domani», conclude Spada.

Nella foto: il delegato Wwf per la Sardegna Carmelo Spada



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