I rappresentanti delle associazione ambientaliste Legambiente, Wwf e Lipu rilanciano il grido d’allarme sull´intervento «che è stato perpetrato a danno della macchia mediterranea a Capo Caccia»
ALGHERO - I rappresentanti delle associazione ambientaliste Legambiente, Wwf e Lipu rilanciano il grido d’allarme sull'intervento «che è stato perpetrato a danno della macchia mediterranea a Capo Caccia. Stando agli accertanti preliminare del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, nei giorni scorsi, la macchia mediterranea e il bosco di ginepro, lentisco, rosmarino, fillirea ed altre essenze della macchia mediterranea sarebbero state sbancate per molte decine di metri»
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«Le foto inviate alle associazioni da alcuni testimoni – proseguono il delegato Wwf Italia per la Sardegna Carmelo Spada, Roberto Barbieri per Legambiente e il coordinatore Lipu Sardegna Francesco Guillot - sono impressionanti, e ci si chiede come sia stato possibile eseguire questo tipo di intervento in un’area di massima tutela ambientale. L’area interessata, peraltro, dista solo poche centinaia di metri dalla sede del Parco regionale di Porto Conte, è ricompera nella fascia dei trecento metri dal mare ed è sito di interesse comunitario. Le associazioni ambientaliste chiedono alle autorità «di accertare la conformità di quanto effettuato con eventuali autorizzazioni in essere. Qualora i lavori eseguiti non dovessero risultare in regola, anche solo parzialmente, qualora si rilevassero profili penali tali da determinare un procedimento penale, si costituiranno parte civile».
Inoltre, Legambiente, Wwf e Lipu, «qualora venissero accetti fatti delittuosi per l’ambiente e individuati i responsabili in sede penale, oltre al ripristino dello stato dei luoghi, sin da ora, chiedono al sindaco di Alghero che vengano emanati dei decreti di “Daspo ambientale” che tengano lontano, in maniera perpetua, chi distrugge il patrimonio ambientale, ovvero il bene comune di tutti i cittadini. Si chiede anche al Parco di Porto Conte, per il futuro, di vigilare con rapidi interventi di controllo, al fine di prevenire atti che possano danneggiare il patrimonio naturale». Infine, le associazioni ambientaliste «si rammaricano del fatto che la macchia mediterranea, tipica del paesaggio di Capo Caccia, è di per se stessa un valore aggiunto per una struttura ricettiva ubicata in un sito di grande pregio ambientale. Se qualcuno avesse pensato di sostituire gli antichi ginepri ed i profumati cespugli di rosmarino con un banalissimo prato all’inglese, l’intervento oltre che assurdo, sarebbe in spregio all’altissimo valore ambientale e naturalistico del luogo e del contesto».