In caso di dibattimento penale - assicura il Gruppo d´intervento giuridico - presenterà istanza di costituzione di parte civile con la richiesta di esemplare condanna dei responsabili di un vero e proprio delitto ambientale
ALGHERO - «Il Gruppo d’Intervento Giuridico plaude all’azione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, seguirà il relativo procedimento e, in caso di dibattimento penale, presenterà istanza di costituzione di parte civile con la richiesta di esemplare condanna dei responsabili di un vero e proprio delitto ambientale». E' la prima, durissima, presa di posizione sulla distruzione del secolare
ginepreto di Capo Caccia [
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L’area costiera di Porto Conte rientra nell’omonimo parco naturale, è tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e con vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993), l’area è, inoltre, immediatamente contigua alla zona di protezione speciale – ZPS ITB013044 e nel sito di importanza comunitaria – SIC “Capo Caccia (con le Isole Foradada e Piana) e Punta del Giglio” (codice ITB010042), ai sensi delle direttive n. 92/43/CEE sulla tutela degli habitat e n. 09/147/CE sulla salvaguardia dell’avifauna selvatica.
In breve tempo, incredibilmente, è stato tagliato un Ginepreto secolare sul mare di Porto Conte, nell’area dell’Hotel Capo Caccia, acquisito nel 2019 da una cordata di imprenditori capeggiata da Francesco Biasion, titolare del vicino “Condominio Eurotel Capocaccia”, altra struttura ricettiva che ha visto lustri di analoghi contenziosi giudiziari. L’area è stata posta sotto sequestro preventivo da parte del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, per evitare che il danno ambientale fosse ancora maggiore. «Di autorizzazioni – se mai fosse possibile rilasciarle legittimamente, conclude il
Grig – nemmeno l’ombra, a quanto pare».