Nei giorni scorsi lo sbarco ad Alghero delle casse contenti le lanterne griffate con le pezze di stoffa dello stilista Antonio Marras. In progetto una ristrutturazione. Le immagini
ALGHERO - C'è stato un tempo in cui ad Alghero passeggiare per la città storica significava immergersi in un mondo tutto nuovo e affascinante. Erano gli anni in cui l'Amministrazione puntava sull'arredo urbano per contribuire a far risplendere le bellezze architettoniche, grazie ad una stretta collaborazione tra artisti locali e studenti, nel segno dell'innovazione e dell'arte di strada tutta improntata sul riciclo ed il riutilizzo.
Oggi col cambio di guida a Porta Terra, complice anche la pandemia, la città si riscopre spenta e cupa come non mai. Rimosse gli scorsi mesi le
gabbiette - omaggio al ventennale del Parco di Porto Conte - rimane ancora l'ultimo vessillo di quella che sembra essere un'era lontana ad impreziosire ed illuminare il centro storico: l'albero di Corallo (peraltro scarsamente curato), simbolo delle ambizioni
Unesco della Riviera del corallo.
Eppur qualcosa si muove. A distanza di qualche anno dalle polemiche sull'invio delle lanterne d'autore a
Pesaro, proprio qualche giorno fa quelle che erano diventate delle vere e proprie opere d'arte
griffate dallo stilista Antonio Marras, hanno fatto rientro ad Alghero. Ci vorrà ancora del tempo per capirne lo stato di conservazione e usura (hanno fatto bella mostra di se e di Alghero sul cielo della Marche per lunghi mesi), ma tutto lascia pensare che pian piano potranno ripartire anche i lavori con gli studenti del Liceo Artistico. Per dare un po di colore (e futuro) ad un anno tutto da dimenticare.