Red
3 novembre 2020
Tutela ricci: Alghero chiama Cagliari
Il Comune presenta proposte alla Regione autonoma della Sardegna per la tutela e la salvaguardia del Bogamarì: interdizione di un tratto di mare, riduzione della stagione di pesca e ritorno alla pesca la domenica per evitare il confezionamento della “polpa di riccio”
ALGHERO - Proposte in Regione una serie di azioni a tutela del riccio di mare, in modo che possano essere inserite nelle misure di gestione del decreto regionale di regolamentazione per la stagione 2020/2021. Le ha formulate il sindaco di Alghero Mario Conoci all’assessore regionale dell’Agricoltura Gabriella Murgia, sulla base dei risultati degli studi realizzati sulla consistenza delle risorsa, al limite dell’estinzione nei fondali della Riviera del corallo. «L’obbiettivo è quello intervenire, attraverso la Regione, con maggiore forza sulle criticità rilevate per cercare di fermare la deriva verso l’estinzione del nostro bogamarí che ad Alghero rappresenta non solo una risorsa preziosa per il comparto produttivo, ma anche un fattore importante della cultura e delle tradizioni locali», spiega il primo cittadino nella nota fatta pervenire a Cagliari.
Per affrontare la problematica, il Comune, in concertazione con l’Area marina protetta Capo Caccia-Isola Piana, ha incontrato i principali attori del settore, in particolare gli operatori della pesca e gli enti di ricerca presenti sul territorio regionale che si occupano del monitoraggio della specie, per condividere la proposta inviata ieri (lunedì) all’Assessorato regionale. I monitoraggi della specie realizzati nel 2019 e 2020 nell’ambito degli accordi tra la stessa Amp, l’Università degli studi di Sassari e il Consorzio nazionale interuniversitario per le scienze del mare, hanno confermato un drastico calo sia numerico, sia della taglia degli individui di Paracentrotus lividus. Il calo, rispetto ai rilievi effettuati nelle stesse aree negli anni precedenti, è superiore all’85percento nella maggior parte dei siti campionati. Le proposte alla Regione autonoma della Sardegna riguardano quindi l’interdizione alla pesca del tratto di mare ricompreso tra il ponte di Calabona e il porto di Alghero, laddove gli studi condotti da Amp, Uniss e Cnism, ma anche semplicemente la conoscenza diretta dei pescatori locali, hanno evidenziato una grave sofferenza della specie.
Seconda azione: ridurre la stagione di pesca di un ulteriore mese, stabilendone l’inizio al 17 dicembre 2020 e la fine al 15 aprile 2021. Poi, poiché si ritiene che una delle cause della irreperibilità della risorsa sia l’abitudine consolidata di consumare polpa di riccio confezionata, si deve incentivare il ritorno alla tradizione di consumare il riccio “al cucchiaio”. Per raggiungere questo obbiettivo, si chiede alla Regione di consentire ai pescatori di lavorare la domenica e fermare le attività il lunedì e martedì. Aprire la pesca la domenica, come da tradizione locale, consentirebbe ai pescatori di piazzare immediatamente il prodotto e favorire quindi l’abitudine del suo consumo “diretto” e disincentivare la manipolazione del prodotto invenduto. Inoltre, intensificare i controlli in quelle aree interdette per cui l’Amministrazione comunale offre la propria disponibilità con la collaborazione della locale Compagnia barracellare in ausilio e in supporto alle forze già preposte al controllo. Infine, l’Amministrazione ha ribadito alla Regione l’importanza strategica, sia in ambito della tutale della risorsa, sia in ambito sociale, di realizzare prima possibile il “Piano sperimentale di sostegno al ripopolamento del riccio di mare”, proposto a Cagliari a febbraio.
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