Mario Salis
2 novembre 2020
L'opinione di Mario Salis
Alghero deve assumersi le proprie responsabilità
In una società evoluta, la comunità si prende cura delle persone che ne fanno parte dando risposte proporzionate ai loro bisogni (e l'assistenza sanitaria è uno degli esempi più lampanti della bontà di questo principio), ma, allo stesso tempo, ognuno è chiamato a dare il suo contributo attivo, in proporzione ai mezzi che ha. Ed è così che le strutture ospedaliere di Alghero sono state chiamate dai vertici della sanità territoriale, a dare il proprio contributo alla grave emergenza che stiamo affrontando, attraverso l'apertura di un reparto destinato ai malati Covid-19 presso l'ospedale Marino di Alghero. Una richiesta che, rattrista constatarlo, sta scatenando dibattiti e discussioni illogiche, oltre che inopportune. Di fronte a una pandemia che sta mettendo in ginocchio tutte le grandi nazioni del mondo e che ci sta dimostrando quanto siano importanti la collaborazione e la cooperazione tra governi, amministrazioni e cittadini, rifiutare di assumersi le proprie responsabilità non risulterebbe soltanto immorale: sarebbe il contrario della lungimiranza.
Quindi non ci sono dubbi che alla chiamata a dare in suo contributo, la sanità di Alghero, debba rispondere sì e allo stesso tempo è importante che la risposta sia razionale, efficiente e lungimirante. Soddisfare questi tre requisiti è possibile se verrà garantita la convivenza dei vari reparti, naturalmente con percorsi separati e nella massima sicurezza possibile. L'apertura del Reparto Covid, che prevede trentasette posti letto, non può essere fatta a discapito né degli altri reparti né tanto meno del personale sanitario impiegato, pertanto, come prima cosa, all'aumento dei posti letto deve corrispondere l'aumento del personale, proprio come si è fatto per il nuovo Reparto di Terapia intensiva, prevedendo nuove assunzioni e inoltre, si deve a tutti i costi evitare, come invece è stato ipotizzato, il trasferimento di reparti che qualificano e caratterizzano i nostri livelli di assistenza sanitaria.
La Giunta Pigliaru aveva attribuito agli ospedali di Alghero e Ozieri la classificazione di primo livello. Il Dm n.70, che definisce gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera, indica la specialità Ortopedia e Traumatologia indispensabile per il mantenimento dei primo livello, pertanto non può essere trasferita all'Università, come previsto dalla Maggioranza sardo-leghista del Consiglio regionale. Una simile scelta farebbe fare un passo indietro al nostro ospedale. Un passo indietro che non possiamo assolutamente permetterci. Se c'è una cosa positiva che possiamo ereditare da questa terribile esperienza epidemica è che i livelli di assistenza sanitaria territoriale dovranno tornare ad essere sempre più rafforzati, ed è anche in questa prospettiva che Alghero deve assumersi le proprie responsabilità. E' necessario rispondere “si” alla chiamata a offrire convintamente il nostro contributo sia per dare una mano in questa difficile fase, sia per cogliere un'occasione di crescita in termini di posti letto, personale, conoscenza, esperienza clinica e tecnologia. Una crescita che contribuirà ad aumentare la nostra resilienza come comunità e a farci fare un passo in avanti in termini di offerta sanità e prevenzione. E' importante che a questo passo in avanti non corrisponda un contemporaneo passo indietro, col trasferimento di Ortopedia e Traumatologia. Alghero ha bisogno di andare avanti, non certo restare immobile.
* segretario del Partito democratico Alghero
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