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Alberto Becciu 30 ottobre 2020
L'opinione di Alberto Becciu
Ci risiamo ma supereremo questo dramma
<i>Ci risiamo ma supereremo questo dramma</i>

Ci risiamo. A oggi, la situazione in tutto il paese assume proporzioni sempre maggiori, con ricoveri e numeri esponenziali di positivi al coronavirus. La situazione sembra simile, ormai, in tutte le regioni del paese. A differenza della prima ondata, questa volta 9 regioni su 10 hanno più ricoverati rispetto a marzo e aprile e 2/3 si trovano al centro sud. La Lombardia, dove lavoro ormai da 5 anni, è la regione maggiormente colpita dall’infezione, ma avendo 1/6 della popolazione italiana, il rapporto positivi/popolazione è paradossalmente inferiore ad altre realtà. A oggi molte terapie intensive sono già piene, ma altre postazioni preparate in questi mesi, sono pronte ad accogliere i nuovi malati che dovessero aver bisogno di un supporto rianimatorio. Le altre regioni, per esempio Campania, Umbria, Sicilia e Sardegna, rischiano di saturare le proprie disponibilità di posti in un tempo relativamente breve. I ricoverati di questa seconda ondata, per ora, risultano essere leggermente meno gravi rispetto alla prima ondata, non tanto per la minor infettività del virus, ma perché i pazienti arrivano molto prima al pronto soccorso.

Per eseguire il tampone non occorrono più i 3 sintomi in contemporanea, ma ne basta solo 1; i pazienti non aspettano al proprio domicilio il supporto delle proprie ASL, ma memori delle morti casalinghe della prima ondata, ricorrono subito al pronto soccorso. Questo fatto comporta una saturazione dei posti disponibili per il ricovero, ma ne aumenta fortemente la possibilità di successo terapeutico. In tutti questi mesi ha regnato la confusione più totale nei mezzi di comunicazione, sia ufficiali che sulle testate giornalistiche e sul web; ogni dato, preso singolarmente, può risultare fallace: Il numero assoluto di positivi non rende l’idea della gravità perché la maggior parte è asintomatica o paucisintomatica. Il rapporto positivi/tamponi effettuati non tiene conto del fatto che la maggior parte dei tamponi si testa su persone già positive che rifanno il tampone in attesa di negativizzarsi; così facendo si trasmette alla popolazione il messaggio che tantissimi italiani siano stati tamponati quando è esattamente il contrario (basta chiedersi se noi stessi lo siamo stati!).

Il virus è molto più presente di quanto possiamo immaginare e la percentuale di positivi al primo tampone è impressionante! E’ sbagliata l’idea che lo sconosciuto sia, sicuramente più pericoloso del parente o amico: la maggior parte delle trasmissioni avvengono in ambito familiare. E’ necessario che tutta la popolazione effettui il proprio lockdown personale, già da subito, il più possibile, restringendo al minimo, qualsiasi atteggiamento non necessario, indossando la mascherina e adottando il distanziamento personale. Dopo la prima ondata avevamo davanti 2 mesi primaverili e tutta l’estate, questa volta abbiamo davanti 6 mesi freddi da passare; ci sarà l’influenza stagionale ad aggravare e rendere più difficile la nostra battaglia contro il CoVid 19 e la situazione ospedaliera. Dopo tutto ciò mi sento di poter dare anche un messaggio di speranza e di ottimismo: riusciremo anche questa volta a superare questo dramma, con tutto l’impegno possibile da parte del personale sanitario ancora stanco dai mesi passati, ma fortificato dall’impegno di numerosissimi cittadini che stanno attuando dei comportamenti responsabili. Con la speranza di poter evitare un secondo lockdown generale e di poter salvare il maggior numero di vite possibile, mando un caloroso abbraccio a tutto il personale sanitario sardo, impegnato per la prima volta contro questo flagello e ad Alghero in particolare, mia città natale.

*Anestesista e rianimatore



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