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Red 26 ottobre 2020
urlo in ospedale: abbiamo paura
«Le nostre proposte di dialogo sono inascoltate e siamo al buio e quando si è al buio si ha paura. Chi lavora in ospedale ha bisogno di sicurezza, perché non ha paura di lavorare», lamentano i delegati sindacali dell´Assl Sassari di Anaao Assomed-Cosmed, Aaroi-Emac-Cosmed, Fesmed-Cimo e Fvm-Cosmed
L´<i>urlo</i> in ospedale: abbiamo paura

ALGHERO - «Si, negli ospedali di Alghero e Ozieri abbiamo paura, ma non di dover andare a lavorare abbiamo paura di ciò che non possiamo controllare, delle scelte che non vengono condivise con noi e delle scelte che vengono fatte all’ultimo momento senza coinvolgere noi che siamo i tecnici in prima linea. L’emergenza che tanto si pensava passata ci ha travolto in questi giorni ed è un’emergenza di pazienti positivi che affollano gli ospedali che hanno bisogno di attenzione e che presi in tempo come già sta succedendo non vanno in Rianimazione, tanto è vero che non abbiamo incrementi in questi giorni di ricoveri in Terapia intensiva». A lanciare l'allarme sono i delegati sindacali dell'Assl Sassari di Anaao Assomed-Cosmed, Aaroi-Emac-Cosmed, Fesmed-Cimo e Fvm-Cosmed.

«Rispetto a marzo c’è un enorme differenza, sono aumentati i ricoveri di pazienti con pochi sintomi, abbiamo urgenza di posti dove assisterli per evitare che diventino gravi, perché non possiamo fare mille posti letto di rianimazione, non abbiamo i rianimatori che possano gestirli. Ieri – spiegano Michele Bottaru, Micaela Deledda, Roberto Pietri e Marco Bitti - abbiamo avuto finalmente il primo raggio di sole con l’apertura del Montiruju, grazie all’impegno del commissario straordinario per l’emergenza Covid del nord Sardegna dottor Guido. Ci serve questo alleggerire gli ospedali, perché possano curare i pazienti Covid e non-Covid che hanno bisogno acuto. Abbiamo provato a spiegarlo in questi giorni all’azienda, ma ci è stato detto che non hanno tempo per ascoltarci e riunirci. Non dare l’informazione a noi, non ascoltare noi è non ascoltare il personale sanitario che deve affrontare l’emergenza». Le Organizzazioni sindacali «non hanno ancora avuto convocazioni di incontri in merito, non abbiamo avuto la dovuta informazione preventiva né successiva, siamo al buio e con noi tutto il personale sanitario e non è giusto».

Oggi viene aperta al centro dell’ospedale di Alghero la terapia intensiva Covid, che è fisicamente al centro di un ospedale dove nessun’altra struttura è dedicata ai pazienti Covid, il resto dell’ospedale deve continuare a lavorare e gestire i pazienti non Covid, le altre malattie non spariscono continuano le terapie oncologiche, l’ospedale non si ferma del tutto. Contemporaneamente, tutta l’attività chirurgica si blocca da oggi solo emergenze, solo cesarei d’urgenza, torniamo al 2008, quando le situazioni critiche andavano a Sassari. Il mantenimento del punto nascita di Alghero è stata una conquista delle organizzazioni sindacali e dell’ospedale di Alghero, ridurlo alla sola emergenza ne dichiara la fine. Ed in parallelo, la Regione dispone la destinazione dell’Ospedale Marino ai pazienti Covid senza che si sappia dove andranno i pazienti dell’Ortopedia e della Riabilitazione (allettati), l’Oculistica e gli altri servizi che ci sono dentro. Come se non bastasse, da oltre una settimana il direttore dell’ospedale è andato via e non è stato sostituito. E' il primario dei primari, quello che deve guidare l’ospedale, il medico dell’ospedale e non c’è. Il territorio è in ginocchio a sua volta, nemmeno lì c’è un direttore da diversi mesi e se il territorio non risponde l’ospedale affonda. Le Usca stanno facendo miracoli, ma non possono tutto. Le nostre proposte di dialogo sono inascoltate e siamo al buio e quando si è al buio si ha paura. Chi lavora in ospedale ha bisogno di sicurezza, perché non ha paura di lavorare».
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