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Enrico Muttoni 15 ottobre 2020
L'opinione di Enrico Muttoni
Posidonia, dal sogno all´incubo il passo è breve
<i>Posidonia, dal sogno all´incubo il passo è breve</i>

L'accordo firmato tra il Comune di Alghero, la Provincia di Sassari, ed il Consorzio Industriale per la soluzione del problema della posidonia spiaggiata è da accogliere con favore. E' la prima volta, infatti, che si allestisce un impianto di trattamento dei rifiuti là dove deve stare, in zona industriale. Non si conoscono i dettagli tecnici riguardanti il processo di lavorazione previsto. La posidonia, più precisamente la massa vegetale spiaggiata, verrà trattata per separarla dalla sabbia, che andrà riposizionata nel sito di provenienza. Ma nel corso della lavorazione bisognerà tener conto del terzo incomodo: il sale.

Che costituisce il motivo per il quale, per il deposito del rifiuto, non è possibile usare una discarica per RSU. Sarà necessario, quindi, disporre di molta acqua per il lavaggio della posidonia (e della sabbia, dipende dal processo di trattamento) se, qualora se ne volesse attuare un recupero al fine di produrre materiali ecocompatibili. L'acqua c'è: è quella reflua dell'impianto di trattamento di San Marco, adattissima a questo tipo di lavoro, prima di restituirla al mare. E' auspicabile perciò che l'impianto per la posidonia sorga in prossimità del depuratore, e che la lavorazione eviti il più possibile il deposito, più o meno definitivo, di materiale vegetale contenente sale.

Il trattamento dei rifiuti, doveroso e in questo caso meritorio, è però un'attività economicamente in perdita. Tutti i recuperi di materiali valorizzabili vanno perciò a ridurre i costi, mai a dare un utile dalle produzioni. Forse, se gestito con oculatezza, le spese potranno essere coperta dai contributi dei Comuni che utilizzeranno il servizio. Cosa quasi obbligatoria, in quanto i depositi giornalieri spiaggiati sono molto ridotti, qualche centinaio di chili ad Alghero, qualche tonnellata in tutta la provincia. Un'iniziativa lodevole, ripeto, che corre il rischio di diventare una voragine mangia soldi, e un danno ambientale. Se anziché usare per il lavaggio della massa vegetale le acque reflue, si userà l'acqua dolce, se la progettazione sarà carente e indirizzata al risparmio, se l'impianto sorgerà lontano dal depuratore, e se il personale addetto sarà sovrannumerario, il sogno si trasformerà in un incubo.



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