Giornate intense quelle vissute dai rappresentanti della cooperativa sociale Solomare e dell'associazione Egea nei territori di Trieste e Gorizia, ripercorrendo le orme di decine di profughi giuliano-dalmata. Nel 2021 l'apertura del Polo Museale a Fertilia. Ecco la galleria fotografica del viaggio
ALGHERO - Gli incontri col Presidente del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia, Mauro Zanin, col sindaco di Gorizia Ziberna e con il primo cittadino di Trieste, Roberto Dipiazza, che hanno garantito la presenza delle rispettive delegazioni in occasione dell'inaugurazione dell'ecomuseo
Egea di Fertilia, prevista per l'inizio del 2021. La tappa presso la foiba di Basovizza recentemente visitata dal Presidente Mattarella ed i saluti alle maggiori Associazioni degli Esuli ed ai rappresentanti del Circolo dei Sardi del Friuli Venezia Giulia, ambasciatori della cultura sarda nelle terre del Nord Est del Paese. Infine le tappe all’Arena di Pola e Rovigno.
Giornate intense quelle vissute dai rappresentanti della cooperativa sociale Solomare e dell'associazione Egea nei territori di Trieste e Gorizia, ripercorrendo le orme di decine di profughi giuliano-dalmata, visionando documenti, scoprendo storie e aneddoti, in previsione dell'ormai imminente apertura del Polo Museale nella bellissima Città di Fondazione situata nel Nord Ovest della Sardegna.
Egea - ha spiegato Mauro Manca in occasione di uno dei numerosi incontri con le massime istituzioni locali - è il nome di una bambina esule ritratta in una foto dell’epoca, oggi ottantenne, che venne in Sardegna per poi stabilirsi a Rovereto. A Fertilia transitarono migliaia di quei 350mila esuli che poi si dispersero in Italia e nel mondo. Ecco,
Egea vuole accendere una luce sulla memoria, riallacciare i legami e le storie di queste persone per far diventare Fertilia la capitale virtuale, oltre che fisica, della memoria di una pagina di storia tra le più dolorose del dopoguerra italiano. Proprio a Fertilia, sede dell'ecomuseo - ha svelato Federico Marongiu - le strade sono dedicate a Pola, Fiume, Istria. La memoria è forte, ma noi desideriamo varcare i confini dell'Isola perché ancora tanti non conoscono la storia che raccontiamo, quella dell’esodo giuliano-fiumano-dalmata che ha coinvolto decine di migliaia di persone. Relazioni che hanno fatto storia e cultura, ma oggi oltre la memoria del dramma, possono nascere nuove opportunità.