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12 ottobre 2020
«Crediti per 19mln, Consorzi a rischio»
Irrigazione, Consorzi di bonifica vantano 19 milioni di crediti verso RAS attraverso Enas: «A rischio operatività dei nostri enti e funzionalità delle idrovore»
CAGLIARI - I consorzi di bonifica della Sardegna vantano 19 milioni di euro di crediti verso la Regione attraverso Enas per il ristoro dei maggiori costi sostenuti per l'energia elettrica. Il mancato rimborso di queste spese mette a rischio l'operatività e la stabilità finanziaria dei consorzi con l'impossibilità, tra le altre cose, di garantire alcuni servizi essenziali come quello delle idrovore. E, di conseguenza, minare la sicurezza dei centri urbani e delle campagne nelle aree alluvionali: senza l'impianto idrovoro aumenta il rischio di allagamenti incontrollati.
È la denuncia lanciata da Anbi Sardegna, l'associazione che tutela e rappresenta i consorzi di bonifica: dopo aver inviato lo scorso giugno un documento alla Regione e aver avuto una serie di incontri e comunicazioni con l'assessorato competente, la vicenda non ha ancora avuto una soluzione. I sette consorzi di bonifica isolani irrigano 53mila ettari di territorio, con una rete di quasi 12mila chilometri di condotte, 110 vasche di accumulo, 106 impianti di sollevamento e 16 idrovore. Un'attività per cui vengono spesi circa 8 milioni di euro all'anno di energia elettrica. In base alla legge regionale 6 del 2008, Ente acque della Sardegna (Enas) deve ristorare questi costi agli enti di bonifica con i fondi della Regione. Negli ultimi tre anni, però, il meccanismo si è inceppato e ogni consorzio ha accumulato crediti verso Enas: i più importanti sono vantati da quello oristanese, che aspetta circa 8 milioni e mezzo di euro. In totale, i sette consorzi sardi devono ricevere quasi 19 milioni di euro.
«I nostri enti sono a un passo dal tracollo finanziario - spiega Pietro Zirattu, presidente di Anbi Sardegna - e abbiamo bisogno di comprendere innanzitutto le motivazioni di questo ritardo. I consorzi di bonifica operano grazie alle quote versate dai propri associati, agricoltori che in questo momento non navigano sicuramente nell'oro. Gravare i nostri enti di spese aggiuntive di questa portata vuole dire metterli in ginocchio e ridurne l'operatività. Stiamo lavorando con le anticipazioni di cassa, esponendoci con le banche e imponendo agli agricoltori di sostenere un costo a beneficio di tutta la comunità. Chiediamo con estrema urgenza al presidente Solinas un incontro risolutore: Enas non può effettuare il rimborso se a sua volta non riceve i fondi dalla Regione. Si sta per discutere l'assestamento di bilancio ed è questa l'occasione per rimediare, almeno parzialmente, a questo problema».
Secondo Anbi è sempre più necessaria una revisione di tutta la legge 6 del 2008: «Questa situazione sta mostrando un altro limite di questa normativa - prosegue Pietro Zirattu - che tra le altre cose impedisce ai consorzi di gestire lo sfruttamento idroelettrico degli invasi. Questa sarebbe invece una soluzione che spingerebbe l'acceleratore sul fronte delle rinnovabili e consentirebbe di affrontare in modo diverso il nodo dei costi energetici. I Consorzi per loro natura non sono meri distributori di acqua agli agricoltori ma assolvono fin dalle origini a compiti ben più nobili e di interesse generale e ambientale. È arrivato il momento di valorizzare una risorsa presente in Sardegna soprattutto nell'ottica del Green New Deal».
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