PEr il Gruppo d'Intervento Giuridico e Amici della Terra Stefano Deliperi
27 febbraio 2004
Condono edilizio, Regione assurda...
I Comuni sardi dovrebbero pagarsi integralmente le opere di urbanizzazione primaria e secondaria per gli abusi edilizi che verranno condonati
Il Consiglio regionale, dopo un mese di dibattito, ha approvato la proposta di legge sul recepimento nell´Isola della sciagurata legge sul nuovo condono edilizio (decreto-legge n. 269/2003, convertito con modificazioni nella legge n. 326/2003). Non vi sono grandi differenze con la normativa nazionale: è stata confermata la non condonabilità degli abusi realizzate in aree tutelate con vincoli di conservazione integrale (art. 2 della legge regionale n. 23/1993, vincoli idrogeologici, ecc.), sono stati ridotti gli importi volumetrici sanabili, è stata confermata la necessarietà dell´acquisizione delle autorizzazioni ambientali vincolanti per gli abusi realizzati su aree tutelate. I Comuni, poi, potranno avvalersi delle aereofotogrammetrie realizzate dall´Assessorato regionale degli enti locali, finanze, urbanistica. Si tratta, in grandissima parte, di abusi che già potevano ottenere il "permesso in sanatoria" ai sensi del nuovo testo unico dell´edilizia (art. 39 L del D.P.R. n. 380/2001 e successive modifiche ed integrazioni) pagando òneri e sanzioni. Ora, invece, grazie anche alla Regione autonoma della Sardegna, i Comuni sardi dovrebbero, visto che non sono neppure previsti incrementi alle oblazioni, pagarsi integralmente le opere di urbanizzazione primaria e secondaria per gli abusi edilizi una volta condonati.
La Regione autonoma della Sardegna non ha voluto, quindi, difendere la tanto sbandierata autonomia e proporre in materia conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale, come hanno fatto diverse altre Regioni, sia a maggioranza di centro-sinistra che a maggioranza di centro-destra. Meriterebbe almeno un attestato di riconoscenza da parte del Ministro Tremonti.
Qualcosa di più meriterebbe, invece, il T.A.R. Sardegna che, con l´ordinanza della II sezione n. 2/2004 del 14 gennaio 2004 (e con la successiva sez. II, n. 13/2004 del 3 febbraio 2004), ha afferma che il "condono edilizio" è materia interdisciplinare ed attiene in particolar modo alla materia "finanza pubblica statale": "la natura interdisciplinare dell´intervento legislativo è d´ostacolo a una soluzione interpretativa che ne limiti l´efficacia ad una parte . del territorio nazionale. La sua inapplicabilità alle Regioni a statuto speciale ridurrebbe di tal misura la manovra finanziaria da renderla probabilmente inefficace, e, comunque, difforme dai dati previsionali indicati dal Governo". Se fosse corretta l´interpretazione fornita dal T.A.R. Sardegna, si potrebbe agevolmente giungere al paradosso secondo il quale allo Stato sarebbe sufficiente "monetizzare" qualsiasi invasione di campo nelle materie di competenza regionale per attrarle nella predetta materia interdisciplinare "finanza pubblica statale". Tali argomenti non convincono per la palese lesione delle competenze regionali in materia edilizia e di governo del territorio. Se ne occuperà il prossimo 24 marzo, comunque, su ricorso di diverse altre Regioni quella Corte costituzionale che con la nota sentenza n. 416 del 1995, aveva esplicitamente affermato che il condono edilizio era ammissibile esclusivamente "dato il carattere di normativa eccezionale . Ben diversa sarebbe la situazione nel caso di reiterazione di una norma del genere, soprattutto con ulteriore e persistente spostamento dei termini temporali".
E che dire del neo-Assessore regionale dell´urbanistica, ing. Gabriele Asunis, già direttore generale della pianificazione del medesimo Assessorato ? Il T.A.R. Sardegna, con la citata ordinanza, dichiara di fatto l´illegittimità della sua recente circolare n. 2315/DG del 27 ottobre 2003 proprio in materia di condono. Poi la Commissione "urbanistica" del Consiglio regionale ha licenziato la suddetta proposta di legge sul condono edilizio senza che (per esplicita ammissione ai microfoni di Videolina) lui ne abbia saputo niente.
Sarà sfortuna, ma come inizio non c´è male: stenderebbe un toro. Infine, in recenti convegni ed anche in Consiglio regionale, ha dichiarato che gli abusi edilizi in Sardegna sono esattamente 17.837 e che le lottizzazioni abusive sono solo tre. Peccato che non abbia evidenziato a dovere alcune cosette: gli abusi edilizi a cui si riferisce sono molto probabilmente soltanto quelli attuali e soltanto sotto il profilo urbanistico (legge regionale n. 23/1985). Non conteggia minimamente quelli compiuti in passato, quelli compiuti in violazione delle normative sulla tutela paesaggistica (decreto legislativo n. 490/1999, legge n. 431/1985, legge regionale n. 28/1998), sul vincolo idrogeologico (regio decreto n. 3267/1923), sulla tutela dei demani civici (legge n. 1766/1927 e successive modifiche ed integrazioni, legge regionale n. 12/1994 e successive modifiche ed integrazioni), ecc. Basta qualche semplice dato per far sballare i numeretti precedenti: l´unico Comune sardo ad avere la "mappa" pressochè completa dell´abusivismo edilizio sul proprio territorio è Quartu S. Elena (CA): sono risultati (1995 - termine operazione condono legge n. 47/1985) circa 10.400 casi di abusivismo (al 3° posto in Italia per numero di casi, dopo Napoli e Gela), dei quali 127 "insanabili parziali" e ben 486 "insanabili totali". Ben 2.858 casi di abusivismo per mc. 739.007 di volumetria complessiva sono risultati nelle zone "F" (turistiche) costiere ed altri 1.336 casi nelle zone "E" (agricole) per mc. 490.971 di volumetria complessiva. Dopo il nuovo condono edilizio (leggi nn. 724/1994 e 662/1996) i casi di abusivismo "insanabili totali" sono scesi a 147, gli "insanabili parziali" a 72. Negli ultimi anni l´Amministrazione comunale ha predisposto oltre 20 piani di risanamento ancora inattuati, sono cresciuti a dismisura gli òneri economici collettivi per dotare dei necessari servizi (depurazione, acqua, energia elettrica, smaltimento rifiuti, scuole, ecc.) gli "abusi condonati" per una spesa complessiva stimata in oltre 222 milioni di euro, a fronte di circa 18/20 milioni di entrate derivanti dalle oblazioni di legge.
Secondo l´Assessore Asunis solo a Quartu S. Elena sono stati realizzati più di metà dei casi di abusivismo edilizio della Sardegna ? Sembra un po´ troppo.....
Secondo le nostre informazioni e le stime più accreditate (es. CRESME) gli abusi edilizi sono ben di più, complessivamente circa 45.000, ma non è questo il punto: grazie al lungo "sonno" del suo Assessorato, possono tutti stare tranquilli, tanto le ruspe regionali non accendono i motori da un bel pezzo. Si riscatterà in questi pochi mesi di fine legislatura?
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