Red
20 agosto 2020
Turismo in Gallura: il risultato dell´Experience
L’associazione Santa Teresa Gallura Experience si è formata durante la lunga quarantena primaverile e si è assunta il compito di sostenere l’economia turistica nella località costiera gallurese
SANTA TERESA GALLURA - «Missione compiuta. L’obiettivo comune era sopravvivere al disastro turistico imposto dalla pandemia: obiettivo centrato». L’associazione Santa Teresa Gallura Experience si è formata durante la lunga quarantena primaverile e si è assunta il compito di sostenere l’economia turistica nella località costiera gallurese: oltre cinquanta imprenditori del settore hanno aderito all’iniziativa, proponendosi sotto un unico ombrello per sfruttare le potenzialità di una comunicazione condivisa e stimolare un processo di miglioramento generale dell’offerta turistica di Santa Teresa. Ma soprattutto, in quei mesi bui, la comprensibile priorità era salvarsi. Quindi la necessità era evitare il fallimento economico a fine estate e non chiudere per sempre le attività. A marzo e ad aprile, l’ipotesi di dover consegnare i libri contabili in Tribunale e chiudere tutto non pareva affatto remota. Invece, ora si scopre che c’è tempo e spazio per risollevarsi: merito di un fine luglio-metà agosto che ha saputo ridare linfa ed entusiasmo al tessuto imprenditoriale di Santa Teresa.
Marcello Mannoni, presidente dell’associazione, spiega: «Il turista 2020 è stato atipico per Santa Teresa. Solo italiani, ovviamente. Abbiamo avuto molti più giovani rispetto agli anni precedenti. Meno famiglie. Sono probabilmente i figli di coloro che hanno comprato casa a Santa Teresa venti, trent'anni fa. I loro genitori, probabilmente, quest’anno hanno preferito non andare in vacanza e hanno lasciato la casa in Sardegna a disposizione dei loro figli, i quali magari venivano qui in vacanza da piccoli ma, una volta cresciuti, hanno poi passato le estati all’estero. Quest’anno sono venuti qui. Hanno un potere di spesa medio-alto e questo ci ha ovviamente aiutato. Se saremo stati bravi, è possibile che una parte di loro torni anche il prossimo anno. E poi c’è il turismo interno, quello sardo, su cui abbiamo puntato già da tempo e che nel 2020 ha dato buoni risultati».
Secondo quanto dichiarato dagli oltre cinquanta imprenditori che aderiscono all’associazione, le presenze in paese sono state sufficienti per evitare la morte economica del settore. Perciò, il risultato minimo è stato raggiunto. In alcuni casi, le prime due settimane di agosto sono state addirittura paragonabili a quelle dello scorso anno. Luglio è andato male, ma in crescendo. Per alcune strutture, la stagione è iniziata a metà luglio, con tutto quel che ne consegue. A seconda delle attività, si è riscontrato un calo che va dal 70 al 40percento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’ultima settimana di luglio, però, aveva dato segnali incoraggianti per agosto e le previsioni, fortunatamente, si sono avverate. Impossibile fare una media ponderata unica relativamente alle prime due settimane di agosto: le strutture alberghiere e, in generale, chi offriva molti posti letto, ha sofferto molto a luglio e ha provato a tenere botta ad agosto. Per questo tipo di attività (ma solo per loro) le prime due settimane del mese corrente hanno visto un calo del 30/40percento. Mentre le piccole aziende (in alcuni casi microaziende), che propongono altri tipi di servizi (ristorazione, escursioni, shopping, piccoli b&b, ecc.) hanno fatto registrare dati migliori, sempre nella prima quindicina di agosto. Perdite dal 25 al 10percento rispetto al 2019, quindi molte contenute. In certi casi (soprattutto per le escursioni, perciò turismo sportivo, e per alcuni ristoranti), la prima parte di agosto 2020 è stata sullo stesso livello del precedente. Qualcosa di impensabile fino a due mesi fa.
Elisabetta Sposito, titolare dell’agenzia Fc Travel (che funziona da collettore tra le varie attività iscritte all’associazione) spiega: «Abbiamo rodato il meccanismo, in previsione del 2021. Lo abbiamo fatto in un momento difficilissimo, abbiamo passato momenti di sconforto assoluto, anche a giugno. Tuttora la situazione è molto difficile però siamo ancora qui, tutti attivi, in piedi, e personalmente sono contenta di come ha funzionato il sistema che, ricordiamolo, è stato impiantato solo da pochi mesi». «L’associazione ci sta permettendo di ottenere visibilità sui social e sulla stampa, e il paese ne ha un grandissimo bisogno. Inoltre, stiamo lavorando per fare in modo che la proposta turistica si svecchi e non offra solo mare e spiaggia ma dia altri servizi, secondo noi necessari per migliorare l’attrattività di Santa Teresa. Il punto è questo: quando arriva un momento di crisi come quello imposto dal Coronavirus, si possono fare due cose. Rassegnarsi o cambiare. Tutti noi, tutti insieme, abbiamo optato per la seconda ipotesi. Pensiamo, conti alla mano, di aver fatto la scelta più saggia», conclude Mannoni.
Nella foto (di Antonio Daga): la spiaggia di Rena bianca
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