Carlo Mannoni
5 luglio 2020
L'opinione di Carlo Mannoni
Elisabetta, la sorella mai nata
Elisabetta, mia sorella, non è mai nata. Oggi avrebbe avuto due anni più dei miei, ma non se l'è sentita, a suo tempo, di venire al mondo in un periodo di guerra. Ha così lasciato che fossi io ad occupare il suo spazio terrestre, subito dopo la decisione dell'umanità di smetterla, almeno per il momento, di guerreggiare. Chissà che strade ha percorso in tutti questi anni. Non riesco neanche ad immaginarla sospesa nello spazio e nel tempo. C'è stato un periodo, da giovane ragazzo, in cui l'ho sentita spesso accanto a me. Non era lei ad avvicinarsi, ero io a cercarla. Aspiravo alla sorella che non avevo avuto e a lei chiedevo consigli. Non avendo un rapporto facile con le coetanee per via della mia timidezza che rendeva tutto complicato e a volte ridicolo, mi rivolgevo a lei con la solita litania: “Ma voi donne che volete?”. Lei mi sosteneva nei momenti dei più accesi turbamenti amorosi giovanili senza andar oltre. “Devi arrangiarti da solo”, mi diceva ogni volta.
Al maturare della giovinezza è scomparsa. Non mi ha più cercato né io ho cercato lei. Forse perché ho cominciato a capir meglio il gentil sesso e non ho ritenuti più necessari i suoi consigli. “Tornerà”, pensavo. Mia madre l'aveva tanto desiderata e poi persa, Elisabetta. Per lei solo figli maschi, tre in tutto, ed io ero stato l’ultimo. Con i matrimoni dei figli ha pensato ad una Elisabetta come nipote. Le probabilità non erano poche: a casa delle nostre mogli c'erano solo donne, sette sorelle. Un bel confronto: tutti maschi da una parte, solo donne dall'altra. Così dopo la nascita dei primi cinque nipoti, tutti rigorosamente maschi, è venuto il turno della mia novella famiglia. Allora per conoscere il sesso del nascituro occorreva attendere il parto, ma noi non avevamo dubbi. La creatura che mia moglie teneva in grembo e di cui quotidianamente sentivo i battiti del cuore era senz'altro una bambina. Avevamo anche scelto il nome: Elisabetta. Nacque invece un meraviglioso bimbo e dopo di lui un altrettanto meraviglioso figlio, il secondo. Tre figli maschi con sette figli maschi: Elisabetta non ne voleva proprio sapere! Mia madre non smise di sperare quando le fu annunciata la prossima nascita del primo pronipote. Pensò fosse l'occasione della tanto attesa bimba. Ma nacque l'ennesimo maschietto, l'undicesimo della serie. Delusa, decise questa volta di mettersi lei stessa in cammino in cerca di Elisabetta, partendo per un lungo e definitivo viaggio negli infiniti spazi in cui era certa di ritrovare la piccola.
La incontrò dopo un certo tempo e la bimba riconobbe colei che avrebbe dovuto essere sua madre, ma che non lo era stata. La piccola si lasciò prendere teneramente per mano dalla vecchia e si fece condurre gioiosa dove costei desiderava e non era mai stata. Enrica ed Elena sono due meravigliose cugine in cui Elisabetta, seppure in piccola parte, vive. Nate in periodi differenti, hanno rotto l'incantesimo dei maschi nella famiglia. I loro nomi hanno la stessa iniziale di Elisabetta, l'unica condizione posta da quest'ultima per il suo ingresso su questo nostro mondo. Mia madre non si è ancora arresa e continua il suo infinito viaggio perché Elisabetta torni ancora tra noi, forse col nome di Elisa, Eleonora, o meglio Eletta per il significato che riveste, chissà.
* Racconti al tempo del coronavirus
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