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Cor 10 maggio 2020
«Usca Alghero, un altro pasticcio»
I consiglieri comunale Valdo Di Nolfo, Pietro Sartore, Mario Bruno, Gabriella Esposito, Ornella Piras, Raimondo Cacciotto e Mimmo Pirisi pongono una serie di domande in riferimento delle unita di continuità assistenziali normate per decreto legge il 9 marzo scorso
«<i>Usca</i> Alghero, un altro pasticcio»

ALGHERO - «Con colpevolissimo ritardo finalmente anche la città di Alghero avrà la sua USCA. Si tratta delle unita di continuità assistenziali normate per decreto legge ormai più di 2 mesi fa, il 9 marzo scorso. In sostanza “squadre volanti” per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da Covid-19 che non necessitano del ricovero ospedaliero: attività fondamentale per la gestione dell’emergenza e per far riprende la normale attività agli ospedali algheresi. “Questo nuovo percorso conferma l’attenzione che il Presidente della Regione e l’Assessore alla Sanità rivolgono al territorio del sassarese” annunciava pochi giorni fa in pompa magna – come sempre fuori dal proprio ruolo istituzionale – il presidente del Consiglio Regionale Michele Pais. Sorvolando sul fatto che se ci fosse stata avvero attenzione da parte della giunta regionale sardoleghista le USCA sarebbero dovute partire molto tempo fa, ma come si dice: meglio tardi che mai. Vogliamo focalizzare però l’attenzione su un’altra questione di altissima rilevanza, la sicurezza. Le USCA devono avere ovviamente una sede logistica per organizzare le uscite, custodire il materiale e i documenti per la clinica, studio epidemiologico ma non solo devono avere percorsi di sicurezza fondamentali. Ancora una volta deve essere chiaro che la sicurezza dei lavoratori e non solo è fondamentale perché non ripartano nuovi focolai. Bene, allora dove è stata individuata l’USCA ad Alghero? In un condominio cui l’ATS ha alcuni locali in affitto in via Sanzio. Un luogo strategico per la sanità diffusa del territorio che ospita tra gli altri il consultorio, servizi alla famiglia, per la donna, per l’infanzia e l’adolescenza. Ora, parafrasando il grande giornalista Antonio Lubrano, alcune domande nascono spontanee. Perchè proprio la scelta di quell’immobile in locazione? Perchè proprio la scelta di un luogo importante e strategico per i servizi alla persona? Ancora, sulla sicurezza. Sono state adottate e concordate le misure e l'accesso in sicurezza degli operatori e dei condomini presso le loro abitazioni? Gli operatori sanitari delle USCA utilizzeranno il medesimo passaggio del condominio per effettuare la timbratura obbligatoria in entrata e in uscita? Quali sono le misure predisposte per il contenimento del contagio come ad esempio lo smaltimento dei rifiuti dei pazienti positivi? Esiste un secondo ingresso, ma questo basterà a mettere in sicurezza l’immobile?
Insomma quali sono le procedure di prevenzione previste per evitare una commistione assurda tra operatori dell’USCA, operatori e utenti del Consultorio e le famiglie risiedenti nel condominio in questione.
Durante l’emergenza che stiamo vivendo fare è importante, fare in ritardo un errore, fare male potrebbe essere conseguenze inimmaginabili». Questi i dubbi avanzati consiglieri comunale algheresi Valdo Di Nolfo, Pietro Sartore, Mario Bruno, Gabriella Esposito, Ornella Piras, Raimondo Cacciotto e Mimmo Pirisi, che pongono una serie di domande in riferimento delle unita di continuità assistenziali normate per decreto legge il 9 marzo scorso.

Nella foto: la sede individuata per le Usca ad Alghero



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