Con dati tanto incerti sarà molto difficile per i sindaci sardi prendersi la responsabilità di procedere con riaperture di centri estetici, parrucchieri e negozi di abbigliamento dalla giornata di lunedì 11 maggio. Da Cagliari a Porto Torres continua la serrata. Parole di fuoco dal consigliere regionale Francesco Agus
ALGHERO - La pubblicazione dell'indice di trasmissibilità al
Covid su base comunale, l'ormai famoso
Rt, ha creato una certa confusione in Sardegna. Non fosse altro perchè la Regione vincolava le riaperture anticipate per numerose categorie di commercianti proprio all'indice su base territoriale, nonostante dall'
Iss non fosse contemplato. Quella che ne è venuta fuori ieri col punto stampa del presidente Christian Solinas è certamente una magra figura [
LEGGI]. Su 377 comuni, nella sostanza, sarebbero soltanto 3 ad aver un indice chiaro: Cagliari (sopra lo 0,5), Sassari (0,96) e Ossi (0,11). I restanti Municipi altro non sono che i Comuni facenti parte della Città metropolitana (inseriti in media per far scendere il dato).
Ma proprio in queste ore, gli stessi dati starebbero scoperchiando un altro potenziale problema: I dati statistici su cui si sono basati i calcoli commissionati dalla Regione non godrebbero della sufficiente attendibilità richiesta. Basta infatti analizzare l'
aggiornamento nazionale sull'epidemia pubblicato dall'Istituto Superiore di Sanità in data 8 maggio per capire che si è davanti ad un disallineamento di base sostanziale in Sardegna. Tanto che in molti Comuni per i quali fino a ieri vi era la certezza di contagi in numero superiore a 30 (il limite sotto il quale un Comune non è classificato) - come ad esempio Porto Torres, Alghero, Torralba o Olbia - vengono invece trattati dalla Regione con stime al ribasso, col risultato di far sballare l'
Rt rendendolo ufficialmente "non classificato".
Il dubbio era già venuto analizzando proprio il dato su
Alghero. Ufficialmente tra
Ats e Regione il numero totale di positivi indicato sarebbe - anche qui il condizionale è d'obbligo non risultando nessuna pubblicazione - di 26 casi (motivo per cui l'
Rt risulterebbe non classificato), ma già da aprile gli stessi dati divulgati dall'
Iss e pubblicati sulle maggiori testate giornalistiche regionali (senza alcuna smentita) indicavano 40 positivi, numero confermato dall'infografica dell'Istituto dell'8 maggio [
GUARDA]. Insomma, una vera e propria confusione.
In questo senso, già dalla giornata di giovedì in Consiglio regionale era giunto l'allarme dal consigliere Francesco Agus, che questa mattina (sabato) ha replicato con estrema durezza con un post su
Facebook, accendendo i riflettori proprio sui dati: «Inoltre che inutilizzabili ai fini delle riaperture - ha dichiarato l'onorevole progressista - sono falsi e contengono gravi errori e omissioni. Vista la delicatezza della vicenda (e i risvolti che potrebbe avere) consiglio vivamente chi li ha validati di correggerli e di rendere disponibile le elaborazioni parziali».