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Cor 8 maggio 2020
«Solinas, non c´è più tempo per il turismo»
Federalberghi, Confindustria e Confcommercio Sardegna lanciano una campagna firme per sostenere il loro appello forte alla Regione e al suo presidente Christian Solinas. Il 15 maggio per tutto il sistema è l’ultima data utile per avere certezze e risposte su come, quando e se la Sardegna potrà essere nella lista destinazioni 2020
«Solinas, non c´è più tempo per il turismo»

CAGLIARI - «Aprire o non aprire. La stagione turistica 2020 in Sardegna resta ancora oggi un'incognita, un enorme punto interrogativo che porta con sé conseguenze drammatiche per l'intero sistema economico dell'Isola. Più lunga sarà l'attesa, maggiori saranno i danni. A portare le profonde cicatrici, per molti inguaribili, non saranno solo strutture ricettive, ma tutto il sistema che ruota intorno all'accoglienza: ristoranti, stabilimenti balneari, fornitori di servizi, negozi, servizi di noleggio e l'elenco potrebbe continuare». Da qui l'appello disperato inviato alla Regione firmato Federalberghi, Confindustria e Confcommercio.

«Il conto alla rovescia verso il disastro annunciato è cominciato: entro il 15 maggio è fondamentale sapere se e quando la Sardegna sarà aperta ai turisti o se il 2020 dovrà essere ricordato come l’anno del flop totale, anche perché in altre regioni d’Italia si è già iniziato a programmare il futuro. Gli operatori del turismo sono pronti a lavorare con la Giunta regionale per costruire una prospettiva nuova, sono in campo per giocare questa partita, consapevoli della delicatezza del tema e delle conseguenze sulla salute pubblica. Tutto è pronto e il tempo stringe, non si può più attendere oltre» sottolineano i promotori della clamorosa iniziativa.

«È ora di agire, la Regione fermi questo triste conto alla rovescia: solo con scelte rapide, chiare e con una programmazione definita e puntuale sarà possibile evitare il disastro e salvare i posti di lavoro. È il momento di riprendere in mano il futuro della Sardegna». Più lunga sarà l’attesa, maggiori saranno i danni: A portare le profonde cicatrici, per molti inguaribili, non saranno solo strutture ricettive, ma tutto il sistema che ruota intorno all’accoglienza, ricordano le imprese: ristoranti, stabilimenti balneari, fornitori di servizi, negozi, servizi di noleggio e l’elenco potrebbe continuare.

I numeri. «Se anche si aprirà completamente il primo luglio il crollo sarà pesante» puntualizzano i vertici regionali Federalberghi, Confindustria e Confcommercio: Nella stagione 2020 si perderanno 9 milioni e 698mila presenze: il 70% in meno di stranieri e il 59% di italiani; Il fatturato degli alberghi sarà tagliato di 800 milioni di euro; Si perderà il 67% dei posti stagionali, oltre 50mila lavoratori in meno; L’intero sistema turistico perderà oltre 2,5 miliardi di euro.

Nella foto: l'assessorato regionale al Turismo a Cagliari



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