Red
27 aprile 2020
Agricoltura: la rabbia di Fratelli d´Italia
«Il Governo dice “no” allo sblocco di pratiche in Agea». Il deputato sardo di FdI Salvatore Deidda, durante l’intervento in Aula, attacca il Governo sulle pratiche bloccate in Agea ed Enti pagatori regionali
CAGLIARI - «In Aula, sono intervenuto sul mio Ordine del giorno riguardante tutte quelle pratiche che, da anni, sono bloccate in Agea e negli enti pagatori agricoli regionali. Avevo già presentato un’interrogazione in merito, che ho ricordato essere stata oggetto di un decreto risalente addirittura al 2015, quando al Governo i volti erano sempre gli stessi. Così come un emendamento al Cura Italia, anch’esso bocciato. Sono anni che gli impreditori agricoli aspettano le loro somme, nonostante abbiano consegnato regolarmente la certificazioni antimafia richieste e, esistono, inoltre, a testimonianza di questo anche ricorsi al Tar vinti».
Il deputato sardo di FdI Salvatore Deidda, nel suo intervento di venerdì in Aula, attacca il Governo sulle pratiche bloccate in Agea ed Enti pagatori regionali. «Si tratta di soldi che non creano alcun debito, allora perché non intervenire e dare ossigeno agli imprenditori agricoli? Questo Governo è talmente distratto, che non si accorge che nelle grandi catene di supermercati italiani, girano agnelli Igp allevati in Grecia e macellati nella stessa, quando i disciplinari prevedono che siano macellati e commercializzati in Sardegna».
«E ancora, non fa altro che scaricare la colpa sulle Regioni, asserendo di essere loro le colpevoli di rallentamento delle pratiche come quelle inerenti l’Inps ma, allo stesso tempo, non presta attenzione ad una figura, da loro stessi istituita, come quella del garante dei prezzi, il cui compito sarebbe quello di sanzionare chi sta speculando, con l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità, sulla pelle degli italiani. L’Opposizione sta chiedendo solo giustizia e lo sblocco di pratiche su soldi e, torno a ripeterlo, che non creano alcun debito e darebbero ossigeno al mondo agricolo. Questa, la risposta più concreta che il Governo avrebbe dovuto dare e invece ha detto di no, dimostrando, ancora una volta, tutta la sua incoerenza», conclude Deidda.
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