Dopo la polemica divampata ad Alghero per il costo lievitato delle mascherine, interviene il presidente dell´Ordine dei farmacisti per le province di Sassari ed Olbia-Tempio, Roberto Cadeddu, che spiega la situazione vista “dall´altra parte del bancone”
ALGHERO - «Ci sentiamo profondamente offesi. Noi siamo una categoria a rischio, disponibili
h24, sette giorni su sette, 365 giorni l'anno. E siamo sottoposti a possibilità di contagio (otto farmacisti italiani sono deceduti). Non siamo eroi, ma non è neanche giusto tacciarci da ladri o sciacalli». Dopo la polemica scoppiata in città per il costo delle mascherine
[LEGGI], interviene il presidente dell'Ordine dei farmacisti per le province di Sassari ed Olbia-Tempio, Roberto Cadeddu, che spiega la situazione vista “dall'altra parte del bancone”.
«Le mascherine che vendiamo in farmacia – spiega Cadeddu - sono solo quelle chirurgiche (le
Ffp2 e
ffp3 le vendevano le ferramenta). Fino a prima della pandemia, se ne faceva un uso molto limitato e servivano perchè il medico non contaminasse il paziente». Poi, con l'epidemia
Covid-19, le cose sono cambiate. «Vista l'incidenza del costo del lavoro, le aziende che le producevano hanno delocalizzato in Cina. E da li è iniziato l'utilizzo massiccio. Quando noi le abbiamo ordinate, era già questo un problema. Poi, ci caricano i dazi doganali, i prezzi del trasporto. In più, molti carichi vengono sequestrati prima dell'arrivo alla dogana. Noi, quando le ordiniamo, le paghiamo in anticipo, con bonifico. E se il carico non arriva, è un danno enorme», sottolinea il presidente.
«Per un periodo sono diventate introvabili ed il prezzo è aumentato a dismisura, perchè è passato da bene accessorio a bene essenziale (equiparato quasi ad un "salvavita"). Prima si vendevano in confezioni da dieci, da trenta o da cinquanta – ricorda il presidente Cadeddu - con un prezzo al pezzo anche di 0,19euro. Ora, nell'ultimo acquisto che ho fatto per la mia farmacia, le ho pagate 1,85euro l'una, Iva compresa. Quindi, un prezzo di vendita al pubblico di 2euro mi sembra corretto. Non mi sembra che il farmacista che fa quei prezzi possa essere tacciato come ladro. Mascherine ce ne sono poche e vendendole singolarmente evitiamo l'accaparramento. La Protezione civile ha detto che le mascherine possono essere vendute singolarmente, con tutte le procedure sanitarie da seguire, secondo decreto. Mentre, ho visto vendere mascherine anche in macelleria... con quale sicurezza?».
L'Ordine dei farmacisti ha messo in campo due azioni: «Prima di tutto, un Osservatorio sui prezzi. Se i prezzi sembrano “strani”, il consumatore ce lo può comunicare. Poi, abbiamo consigliato ai farmacisti di applicare lo stesso ricarico del farmaco etico (stabilito dalla legge statale). Noi abbiamo anche chiesto allo Stato l'abbassamento dell'Iva al 22percento (uguale a quello applicato sulle bottiglie di champagne), fino al 4percento (come i pannoloni). Sarebbe un buon metodo per calmierare i prezzi». Inoltre, Cadeddu ha «proposto che la Regione comprasse le mascherine e noi le avremmo consegnate gratis, a partire da chi ha problemi di reddito, agli over 60 e a chi ha patologie». Il presidente dell'Ordine sottolinea: «Le mascherine fai da te con carta filtro non evitano il contagio. Quando si parla di mascherine, bisognerebbe spiegare bene come metterle e come toglierle. Lo sciacallaggio era l'Amuchina in vendita su internet a 100euro. Penso che ora i prezzi caleranno. Ci sono aziende che ora producono mascherine, mentre prima non lo facevano, perchè non conveniva. Parliamo di salute o di economia? Non mi sembra corretto dal punto di vista etico. Siamo disponibili, ma le offese non ci piacciono».
Nella foto: il presidente dell'Ordine dei farmacisti per le province di Sassari ed Olbia-Tempio Roberto Cadeddu