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M.P. 10 aprile 2020
Bloccati in Thailandia: finisce l´odissea di 4 turritani
Un mese e mezzo lontani dal proprio Paese costretti a superare ostacoli e difficoltà prima di riuscire a prendere il volo giusto. Il racconto di Pietro Saiglia 59 anni, dipendente comunale a Porto Torres
Bloccati in Thailandia: finisce l´odissea di 4 turritani

PORTO TORRES - Stop voli e confini chiusi in Thailandia. Vittime del lockdown totale centinaia di persone in vacanza nell’isola di Phuket. Tra loro c’è pure una comitiva di sei cittadini turritani che dopo lunghe peripezie ieri ha fatto rientro a casa. Un mese e mezzo lontani dal proprio Paese costretti a superare ostacoli e difficoltà prima di riuscire a prendere il volo giusto. Nel racconto di Pietro Saiglia 59 anni (nella foto), dipendente comunale a Porto Torres, si sente la tensione di quei momenti, quando la possibilità di ritornare il prima possibile sembrava morire e la rassegnazione di restare in Thailandia per un altro mese si faceva sempre più forte. Con lui la compagna Simona Saba 45 anni inconsapevole che quella vacanza si sarebbe trasformata in una vera odissea. Il 15 marzo il primo allarme arriva dalla Thai Airways International, la compagnia aerea tailandese che annuncia il blocco dei voli per l’Italia.

«Ad informarci è stata la nostra agenzia che ci comunicava che il volo Bangkok-Roma in programma il 26 marzo era saltato - racconta Pietro – così abbiamo chiesto di spostarci il rientro per il 10 aprile. Ma per quella data la Thailandia aveva deciso di chiudere l’aeroporto per tutto il mese di aprile per motivi di sicurezza»”. Sale la preoccupazione e la paura per il lavoro e le attività lasciate in sospeso nella propria città. Una situazione che diventa sempre più critica con voli cancellati all’ultimo minuto. «Un altro incubo si presenta quando l’agenzia Thai il 1 aprile programma l’ultimo volo per l’Europa perché la pandemia costringe a bloccare i collegamenti e noi veniamo a saperlo solo il giorno dopo – prosegue Pietro – così il 3 mi sono recato in agenzia per protestare a causa dei ritardi nella comunicazione. Ho chiesto di darci un’altra possibilità, un’altra tratta per poter rientrare».

Invece in mano un pugno di mosche e nessun rimborso. Interviene in soccorso il suo amico parte della comitiva che gli offre il biglietto e la possibilità di rientrare il 4 aprile con un volo Phuket-Dhoa-Roma. Anche questa volta il caos: l’aeroporto è stato chiuso e tutti i voli sono stati cancellati. Il giorno prima a Bangkok, in seguito alla fuga di un centinaio di persone le autorità tailandesi avevano adottato misure più restrittive per bloccare altre uscite, chiudendo gli aeroporti per tre giorni. Chiusi anche i centri di divertimento, i ristoranti e le discoteche, con divieto degli spostamenti da un paese all’altro, lasciando aperte solo le spiagge, divenute off-limits 5 giorni dopo per evitare assembramenti di persone.

«Quindi ci mettiamo l’animo in pace e ci rassegniamo a restare in Thailandia fino al 30 aprile». Nel frattempo si cerca supporto al gruppo Facebook "Amanutenta" fondato da Roberta Medda per aiutare i viaggiatori italiani bloccati all'estero, poi il contatto con Erika Ribaldi. «Ma posso dire che sono tanti i turritani che ci hanno offerto aiuto anche economico, in particolare due amici turritani - sottolinea Pietro - e tanti amici tailandesi che non hanno esitato ad offrirci il loro sostegno». La speranza si riaccende il 7 aprile quando la comitiva riesce con mille difficoltà, tra rinnovi del visto, cambio di moneta, bonifici e posti di blocco a prendere l’aereo che li riporterà da Phuket a Dhoa e fino a Roma dove un altro volo per Cagliari gli ha permesso di rientrare nell’Isola e quindi a casa.
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