Cor
8 aprile 2020
Pasticcerie, crisi da oltre 15 milioni
Merce che deperisce e ordini annullati: Questa la prima stima del danno economico per le pasticcerie nel solo mese di marzo. Confartigianato
Sardegna interviene con il Ministro Patuanelli

SASSARI - L’amara Pasqua dei pasticceri artigiani della Sardegna fermati da virus e burocrazia. In un mese oltre 15 milioni di euro di danni. La
rabbia delle 774 imprese sarde del settore e quasi 2mila addetti:
“Siamo discriminati e in ginocchio: fateci lavorare”. Confartigianato
Sardegna interviene con il Ministro Patuanelli: «Interpretazioni
assurde del Decreto: urgente consentire la vendita». Molti artigiani
decidono di donare i prodotti inutilizzati a enti di assistenza e
comunità per evitare sprechi e per alleviare le sofferenze di tanti.
Quintali di cioccolato che deperiscono nei depositi, tonnellate di
farina e zucchero inutilizzabili, migliaia di uova rispedite al
mittente, ettolitri di latte da smaltire ma anche impastatrici ferme,
ordini annullati e personale in cassa integrazione o, se va bene, in
ferie forzate. Ovvero niente uova con sorpresa, colombe o specialità
di pasticceria artigiana sulle tavole pasquali dei sardi. E’ questa
l’amara Pasqua dei pasticceri anche in Sardegna, fermati dal
Coronavirus ma anche da burocrazia e regole incomprensibili. Lo studio di Confartigianato Imprese Sardegna, evidenzia anche come la
chiusura delle pasticcerie nell’Isola, durante le feste pasquali,
determini un pesante danno economico e competitivo del sistema delle
micro e piccole regionali, che realizzano un prodotto di pasticceria
artigianale di elevata qualità.
Infatti, da uno studio dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese
Sardegna, è colpita dal lockdown la vendita diretta della pasticceria
artigianale, a vantaggio dei prodotti venduti attraverso il canale
della distribuzione commerciale, coinvolgendo oltre 774 imprese di
pasticceria e gelateria nelle quali lavorano 1.819 addetti, un settore
caratterizzato da un elevata vocazione artigianale, con oltre 542
imprese artigiane che rappresentano il 70,1% del comparto.
«Siamo i primi a rispettare le regole per difendere la salute dei
cittadini – afferma Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato
Imprese Sardegna – ma non accettiamo un’interpretazione della norma
che si traduce in una palese e assurda penalizzazione delle nostre
produzioni a vantaggio di altre tipologie di prodotti di pasticceria.
Così si colpiscono le nostre aziende e si nega libertà di scelta ai
consumatori». Al settore, infatti, nell’Isola come nel resto d’Italia, oltre alla vendita, è stata vietata soprattutto produzione dei prodotti; secondo un’interpretazione governativa del Dpcm dell’11 marzo 2020, in materia di contenimento dell’emergenza Covid-19, le imprese artigiane di
pasticceria, obbligate alla chiusura, non possono vendere i loro
prodotti nemmeno attraverso la modalità di asporto che è consentita
invece ad altre attività, mentre è consentita la consegna a domicilio. Per l’Associazione Artigiana, lo stop alla produzione e vendita delle
pasticcerie rappresenta un’assurda discriminazione rispetto ai negozi
e alla grande distribuzione, ai quali è invece permessa la
commercializzazione di prodotti dolciari.
|