Red
23 marzo 2020
«CoronaVirus, sport al collasso»
«Se, per le giustificate esigenze di salute pubblica, il fermo di tutte le attività sportive non professionistiche proseguirà ancora a lungo, come pare, vi sarà il collasso sistemico del settore. Inutile girarci intorno: centinaia di migliaia di professionisti dello sport, ovvero allenatori, istruttori, preparatori atletici, dirigenti, amministrativi non avranno più alcuna entrata economica», è l´allarme lanciato dal reggente regionale della Federazione nazionale operatori dello sport Ugl Antonello Muroni
ALGHERO - «L'emergenza CoronaVirus è un disastro globale, riguarda indistintamente tutto il mondo ed è necessario assicurare ai nostri cittadini cure mediche, protezione sociale e interventi economici efficaci per tutelare le famiglie e le imprese. Per affrontare una crisi senza precedenti come questa servono strumenti straordinari. Le vittime economiche del Coronavirus saranno tantissime, maggiori dei morti che quotidianamente, la Protezione civile riporta. Il settore “Sport dilettantistico e giovanile”, con tutte le professionalità specifiche di riferimento, è uno dei più colpiti, e continuerà ad esserlo. Se, per le giustificate esigenze di salute pubblica, il fermo di tutte le attività sportive non professionistiche proseguirà ancora a lungo, come pare, vi sarà il collasso sistemico del settore. Inutile girarci intorno: centinaia di migliaia di professionisti dello sport, ovvero allenatori, istruttori, preparatori atletici, dirigenti, amministrativi non avranno più alcuna entrata economica». A lanciare l'allarme è il reggente regionale della Federazione nazionale operatori dello sport Ugl Antonello Muroni
«Il settore sportivo vive da lungo tempo una crisi economica prolungata, poiché non ci sono risorse lontanamente sufficienti da investirvi. Ma il CoronaVirus sta trasformando drammaticamente la disoccupazione (o la precarietà) cronica del settore in disoccupazione sistemica, ovvero irreversibile. La chiusura a tempo indeterminato di palestre, campi all'aperto e strutture sportive sta comportando e comporterà “guadagni zero” per lungo tempo per tutti coloro che vi lavorano e che non sono integrati da forme contrattuali di tutela pubblica. Non c’è un livellamento al ribasso dei guadagni. C’è l’azzeramento. Prima guadagnavi poco, ma comunque sopravvivevi. Ora, e per un tempo indeterminato, guadagni zero. Le vittime economiche saranno tantissime – prosegue Muroni - Ascolto quotidianamente al telefono allenatori e istruttori preoccupatissimi per l’assenza totale di tutela nei loro confronti. Non è vittimismo, non è piagnisteo per ricevere il misericordioso assistenzialismo statale. È la realtà. Senza misure antirecessive coraggiose e concretissime del Governo da attuare subito, sopravvivranno soltanto i dipendenti pubblici garantiti. Ora che tutte le attività sportive sono state sospese, ci ritroveremo al seguente scenario: non appena l’ondata di contagi verrà contenuta, come tutti speriamo al più presto, le varie attività che hanno dovuto chiudere, seguendo le direttive del decreto, riprenderanno lentamente il loro lavoro, mentre il settore sportivo vivrà il suo cedimento strutturale più drammatico andando al collasso».
«Il Governo ascolti queste centinaia di migliaia di professionisti dello sport invisibili – è il grido del reggente regionale - non serve rinviare l’Iva e le tasse, perché, se non guadagni nulla, quale Iva versi e quali tasse potrai pagare? Per la prima volta nella storia della Repubblica italiana, occorreranno misure antirecessive straordinarie. Se queste decisioni fossero coraggiosamente messe in atto, il debito pubblico subirà un impennata, ma lo Stato garantirebbe la dignità di vivere e riprendersi a tutti i suoi cittadini (senza salute non si lavora ma, lo stesso lavoro, a queste condizioni, porta via salute fisica e sanità mentale). Non ci si ammala solo di CoronaVirus. Allo stato attuale, nel Decreto “Cura Italia” sono previsti 600euro una tantum per gli operatori sportivi sotto la voce: “indennità collaboratori sportivi” per un totale previsto di 50milioni. Un aiuto che non è aiuto, manca il sostegno che serve alle associazioni sportive, spina dorsale del Sistema sportivo dilettantistico e giovanile italiano. La Federazione nazionale degli operatori sportivi Ugl Sardegna chiede un pacchetto di misure a favore del mondo dello sport e, in particolare, delle migliaia di associazioni sportive, società sportive, ricordando come il settore sportivo sia “l’attività produttiva che per prima è entrata in trincea in questa battaglia, chiudendo centinaia di migliaia di sedi, non erogando servizi a venti milioni di italiani e lasciando a casa un milione di tecnici ed addetti”. Produttiva proprio perché produce la materia prima di cui oggi abbiamo bisogno più di ogni altra: salute, benessere e inclusione sociale. Contribuendo ad abbattere i costi del servizio sanitario nazionale con il miglioramento dello stile di vita dei cittadini, lo sport è di fatto il primo presidio di accoglienza per i nostri figli ed è veramente incalcolabile il valore sociale dell’operato delle associazioni sportive e dei tecnici che vi operano. Ragion per cui, non possiamo dimenticare il vero motore dello sport italiano, le associazioni sportive, i tecnici, gli operatori, un milione di italiani che in questo terribile momento hanno cessato di percepire compensi, non potendo essere, loro malgrado, accanto ai nostri figli, rivendicando il loro diritto a “non sentirsi abbandonati”», spiega ancora Muroni, da decenni nel movimento cestistico regionale.
«Chiediamo un contributo mensile congruo (non un tantum di 600euro) fino al 31 dicembre 2020 per tutti i tecnici ed operatori dello sport che risultino tesserati da almeno tre anni; l'accesso alle forme di solidarietà che saranno indicate dal Governo, dalle Regioni e dagli Enti locali, per tutti gli operatori sportivi, in maggioranza collaboratori di cui alla L.289/02 art. 90; l’azzeramento, con decorrenza immediata, di tutti i canoni di locazione e mutui accesi per gli impianti sportivi pubblici e privati e di qualsiasi area adibita alla pratica sportiva fino al 31 dicembre 2020; l'apertura di una linea di credito che consenta, agli operatori dello sport, il pagamento dei canoni di affitto senza interessi a partire dal 1 gennaio 2021 al 31 dicembre 2021; la destinazione alle federazioni e agli enti di promozione sportiva dei fondi del 5x1000, non utilizzati ed accantonati relativi alle annualità 2018/2019, entro il 30 settembre 2020 per attività di promozione sportiva, sociale e di volontariato; La Federazione nazionale degli operatori sportivi Ugl Sardegna, farà di tutto per sollecitare il riordino e la riforma delle disposizioni in materia di enti sportivi dilettantistici per la disciplina del rapporto di lavoro sportivo, ormai vista anche l’attuale situazione, improcrastinabile. La Federazione nazionale degli operatori sportivi Ugl Sardegna rimane a completa disposizione per ogni eventuale ulteriore informazione ed approfondimento in merito al Decreto “Cura Italia”. Anche la Regione Sardegna, con l’Assessorato al Lavoro e allo Sport, è chiamata a fare la sua parte e a brevissimo chiederemo un incontro. Senza queste misure straordinarie, che sono urgentissime, prepariamoci a un biennio 2020/21 costellato, ahimè, di morti per virus e di vittime economiche sul lavoro. In tutti i campi», conclude il reggente regionale Sardegna.
Nella foto: il reggente regionale Sardegna Fnos Ugl Antonello Muroni
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