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6 marzo 2020
Nella rete della Forestale bracconiere 54enne
E´ stato sorpreso, nei giorni scorsi, nelle campagne di Siamanna (alle pendici del Grighine) da una pattuglia del Corpo forestale mentre era intento a controllare una rete fissa da uccellagione che aveva piazzato per la cattura di tordi e merli. Pesanti sanzioni
ORISTANO - E’ caduto letteralmente nella rete tesa dal Corpo forestale un bracconiere di 54 anni di Villaurbana, l’uomo è stato sorpreso, nei giorni scorsi, nelle campagne di Siamanna (alle pendici del Grighine) da una pattuglia del Corpo forestale mentre era intento a controllare una rete fissa da uccellagione che aveva piazzato per la cattura di tordi e merli. Gli agenti della Stazione forestale di Villaurbana gli hanno contestato il reato di uccellagione che prevede il sequestro della fauna selvatica catturata, dei mezzi di caccia e l’arresto fino a 1 anno o l’ammenda fino a 2.065,00.
Tra le sanzioni accessorie sono previste anche la revoca della licenza di porto di fucile per uso caccia, il divieto di rilascio di licenza per un periodo fino a 10 anni e, in caso di recidiva specifica, l’esclusione definitiva della licenza. All’uomo è stata sequestrata la rete, una roncola, un coltello, dei legacci per fissare le reti, attrezzi per tagliare i rami che servono per costruire i passaggi degli uccelli e anche un sacchetto di grano utile per pasturare i cinghiali, pratica anch’essa vietata. La pattuglia, durante gli accertamenti, ha trovato uno sparviere (Accipiter nisus, specie protetta) impigliato nella rete ma ancora vitale, ha quindi immediatamente liberato il rapace e, costatate le sue buone condizioni, gli ha restituito la libertà.
Il bracconiere è stato deferito all’Autorità giudiziaria presso la Procura della Repubblica di Oristano. E' la prima volta che il Corpo forestale riscontra la presenza di reti fisse da uccellagione in Provincia di Oristano. In generale, a Villaurbana e nei paesi vicini, la pratica illecita è effettuata con reti, posizionate a terra o negli alberi in appositi corridoi chiamati “stazzi”, che i bracconieri però rimuovono. La pratica dell’uccellagione, gravemente dannosa per l’avifauna, è ancora presente in nelle comunità sebbene in decrescita per la massiccia presenza dei controlli del Corpo forestale e di vigilanza ambientale.
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