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16 gennaio 2020
Salviamo la Sardegna e le sue coste: l´appello
«La Sardegna, il suo mare e le sue coste, sono un patrimonio dei sardi, degli italiani, dell’umanità. Un valore inestimabile per la sua natura, la sua storia, la sua cultura millenaria, da conservare e tramandare alle generazioni future»
CAGLIARI - L'appello per la salvaguardia delle coste della Sardegna porta già le autorevoli firme di Stefano Deliperi, Anna Maria Bianchi, Maria Paola Morittu, Sandro Roggio, Ella Baffoni, Mauro Baioni, Paolo Berdini, Paola Bonora, Massimo Bray, Carlo Cellamare, Vezio De Lucia, Lidia Decandia, Vittorio Emiliani, Domenico Finiguerra, Paolo Flores, Ebe Giacometti, Maria Pia Guermandi, Maria Cristina Lattanzi, Paolo Maddalena, Anna Marson, Fausto Martino, Tomaso Montanari, Giuseppe Morganti, Pancho Pardi, Rita Paris, Enzo Scandurra, Giancarlo Storto, Walter Tocci. A queste si aggiungono quelle delle associazioni Gruppo d’Intervento Giuridico Onlus, Carteinregola, Associazione Bianchi Bandinelli, CILD (Centro d'Iniziativa per la Legalità Democratica) Cittadinanzattiva onlus, Cittadinanzattiva Sardegna onlus, Comitato per la Bellezza, Coordinamento Nazionale Mare Libero, Eddyburg, Emergenza cultura, F.A.I. Sardegna, Forum Salviamo il paesaggio, Italia Nostra onlus, Italia Nostra onlus Sardegna, VAS (Verdi Ambiente Società), WWF Sardegna.
«La Sardegna, il suo mare e le sue coste, sono un patrimonio dei sardi, degli italiani, dell’umanità. Un valore inestimabile per la sua natura, la sua storia, la sua cultura millenaria, da conservare e tramandare alle generazioni future. Eppure tale ricchezza è continuamente messa in pericolo, e consumata un pezzo per volta, da interessi che guardano solo al presente, e solo ai vantaggi per pochi. In nome dei profitti derivanti dallo sfruttamento del turismo si riducono e sviliscono l’ambiente e il paesaggio, imboccando una strada che non può che portare alla progressiva distruzione di quella bellezza che attira i turisti di tutto il mondo, e che rende i sardi fieri della loro terra.
Oggi l’ennesimo disegno di legge regionale che intende moltiplicare cemento e cubature edilizie, persino nella fascia più prossima al mare e nelle aree agricole, incombe sul futuro dell’isola. Prima che il provvedimento ottenga l’approvazione del Consiglio Regionale, chiamiamo il mondo della politica, della cultura, dell’impegno civico della Nazione a mobilitarsi perché le coste della Sardegna non vengano ulteriormente umiliate e ferite da disposizioni ad alto rischio di incostituzionalità. Chiediamo che siano rispettati i vincoli di inedificabilità della fascia costiera, in particolare dei 300 metri dalla battigia, che da decenni difendono le coste della Sardegna (*), previsti anche dal Piano Paesaggistico Regionale (P.P.R.), vincoli ignorati dal DDL, per ottenere, con il sempiterno fasullo appello al miglioramento ecologico del patrimonio edilizio esistente e allo “sviluppo sostenibile”, un effimero ritorno economico per alcune categorie.
Mentre il mondo si infiamma per il rischio, sempre più imminente, di un disastro ambientale per il dissennato sfruttamento delle risorse comuni, tanto preziose quanto limitate, e la politica ufficiale si erge a paladina delle disperate richieste dei giovani che guardano con angoscia al proprio futuro, nelle aule delle Pubbliche Amministrazioni si continua a perseguire una visione miope e particolaristica. E’ ora di cambiare profondamente modello, e tutelare fino in fondo le coste della Sardegna. Tutelare l’ambiente, il Paesaggio, la memoria vuol dire salvare il futuro delle persone».
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