Red
31 dicembre 2019
Sequestro di ricci ad Alghero
A dicembre, controlli serrati e sanzioni in materia di pesca del riccio di mare da parte dei militari dell´Ufficio circondariale marittimo-Guardia costiera. Elevate sanzioni per circa 4mila euro
ALGHERO - A dicembre, il personale dell’Ufficio circondariale marittimo–Guardia costiera di Alghero, coordinato dal 15esimo Centro controllo area pesca della Direzione marittima di Olbia e sotto la supervisione del direttore marittimo, il capitano di Vascello Maurizio Trogu, ha condotto una costante attività di controllo inerente il settore della pesca del riccio di mare. Consci dell’importanza di agire senza riserve in un contesto che, nel recente passato, è stato oggetto di numerosi dibattiti e confronti, gli uomini dell’Ufficio marittimo di Alghero hanno condotto diverse operazioni, che hanno portato all’irrogazione di sanzioni amministrative per un ammontare complessivo di circa 4mila euro ed al sequestro di circa 2mila esemplari di riccio di mare (prontamente restituiti al mare in quanto rinvenuti ancora allo stato vitale) e delle attrezzature da pesca utilizzate.
Le operazioni, condotte sia con l’impiego di pattuglie a terra, sia con l’utilizzo di unità navali, hanno talvolta avuto impulso anche dopo la consultazione dei social network, per mezzo dei quali alcuni prelevatori non autorizzati di ricci di mare “pubblicizzavano” liberamente la loro condotta fuorilegge. Il comandante dell’Ufficio circondariale marittimo di Alghero, il tenente di Vascello Pierclaudio Moscogiuri, ribadisce l’impegno totale e la massima attenzione al settore della pesca del riccio di mare, attenzione che riguarderà l’intera filiera fino alla fase della somministrazione e della commercializzazione.
Inoltre, il comandante esprime una moderata soddisfazione per l’attività condotta, auspicando il raggiungimento di obiettivi di gran lunga più incisivi già a partire dalla oggi (martedì) e fino alla chiusura della stagione 2019/2020, con particolare attenzione per chi, con totale irrispettosità del lavoro condotto con impegno diuturno ed a tutela dell’ecosistema marino, nonché dell’intera popolazione, senza alcuna remora vanta pubblicamente la messa in atto di condotte illecite ed eticamente censurabili.
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