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Cor 17 dicembre 2019
Massimo Mannu in Camera Commercio
Mostra di pittura dell’artista Massimo Mannu nel Salone delle conferenze Camera di Commercio di Sassari. “Un’esplosione di realismo grottesco che fonde alto e basso, sublime e triviale, tragico e comico”
Massimo Mannu in Camera Commercio

SASSARI - “Segno e Passione” è interessante, particolare e suggestiva occasione di scoperta o ri scoperta dell’arte di Massimo Mannu, pittore e disegnatore sassarese classe 1972 che da autodidatta ha cominciato a disegnare sin dalla sua giovane età accompagnando l’approfondimento artistico allo studio della musica classica. Dopo aver maturato diverse esperienze nel settore dell’illustrazione consegue la laurea in Lettere Moderne e nel 2003 pubblica per Edes Edizioni “Liliana Cano. Itinerari d’arte e di vita di una viaggiatrice”.

Vita, studi ed esperienze lo portano a dar forma e sostanza ad un’idea che si trasforma in realtà e si mostra agli sguardi in “Segno e Passione” esposizione inaugurata lo scorso 7 dicembre che sino a venerdì 20 dicembre sarà visitabile dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 16,30 alle ore 19,30 negli spazi della sala conferenze della Camera di Commercio. Un’esplosione di realismo grottesco capace di fondere l’alto e il basso, il sublime e il triviale, il tragico e il comico, opposti rappresentati in figure sole, isolate e forse esiliate in cui la smorfia e la deformazione del volto alludono ad una frattura dell’animo, alla tragedia esistenziale del singolo.

Così la grande pittrice sassarese Liliana Cano riferendosi alle opere di Massimo Mannu: «Un cielo furioso di frange di nuvole in fuga. Un tronco di quercia spezzato. Un uccellino sull’ultimo ramo ancora vivo. Un uomo, un Adamo, si mantiene in equilibrio instabile sul grande ramo disseccato. Tutto è disegnato perfettamente: ogni stecca di corteccia, ogni filaccio di nuvola, ogni capello del capo, ogni piega del perizoma che pietoso nasconde la nudità […] Le grandi mani, le grandi orecchie, il torso mite, quasi innocente, le gambe piegate, i capelli nel vento, i piedi instabili su un tronco incerto comunicano il terrore del vivere, l’angoscia del momento; il terrore dell’uomo defraudato della gioia innocente di vivere […] La scelta della sofferenza estrema si manifesta nell’uomo terrorizzato, solo e senza alcun aiuto nel suo cosmo terribile. L’Urlo di Munch è fratello di questo uomo».

Massimo Mannu e i volti dalle grandi orecchie: «L’accrescimento di un elemento anatomico come l’orecchio può essere relazionato ad un’ottica lamarckiana: è cresciuto per esigenze di adattamento all’ambiente circostante. È cresciuto per accogliere il suono della natura: un suono stridulo, incombente, che rivela la rottura dell’armonia tra l’uomo e il cosmo. L’orecchio è un organo che ha una funzione predittiva e nel contempo rivela uno squilibrio interiore, sintomo e simbolo di una frattura, di una condizione discrasica. Sono elementi formali che costituiscono un linguaggio anticlassico. Eppure la scrittura lineare, il ductus, è legata alla grande tradizione italiana, che indubbiamente ho approfondito».



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