A.B.
10 dicembre 2019
Piano di Bonifica fermo: borgate in rivolta
Il Piano, approvato da tempo in Comune e licenziato perfino dalla Regione, attende soltanto alcune modifiche per la definitiva pubblicazione. Sbottano gli imprenditori agricoli del territorio. Nel mirino, proprio il rappresentante della Giunta Conoci, che aveva già in passato ribadito la volontà di chiudere rapidamente la pratica
ALGHERO - Dopo lunghi mesi di attesa, di silenzi e di comprensione gli imprenditori agricoli di Alghero hanno sbottato. E lo hanno fatto ieri (lunedì), a Maristella, in occasione di un incontro richiesto urgentemente all'assessore comunale all'Urbanistica Emiliano Piras dalla Coldiretti, dietro forti pressioni da parte di tante aziende agricole algheresi. Clima rovente, operatori e rappresentanti delle borgate che si dicono esasperati. Motivo del contendere il Piano di conservazione e valorizzazione della bonifica, strumento necessario alle aziende dell'agro per potersi rinnovare dopo oltre quindici anni di blocco. Nel mirino, l'assessore Piras che aveva già in passato ribadito la volontà di chiudere rapidamente la pratica iniziata dall'Amministrazione Bruno, «ma che poi, in sostanza, non ha fatto seguire le parole ai fatti. L'assessore, in più occasioni, aveva infatti posto scadenze temporali e successivamente scadenze tecniche, tutte raggiunte senza che si andasse poi in approvazione definitiva in consiglio comunale».
Presenti alla riunione anche i presidenti dei Comitati di borgata di Maristella, Sa Segada–Tanca Farrà e Guardia Grande–Corea. Tutti sono stati d'accordo sulla necessità di ricevere «risposte immediate per un territorio che sta oramai morendo». Piras da una parte ha ribadito la volontà dell'Amministrazione comunale di concludere l'iter del Piano, ma dall'altra, «incredibilmente – dichiarano i presidenti dei Comitati - non ha saputo dare tempi certi. Si tratta di settimane? Mesi? Anni? Questa mancata informazione, estrapolabile semplicemente imponendola ai tecnici incaricati alle ultime integrazioni al Piano, ha letteralmente gelato i presenti e sono montate forti le proteste insieme allo sconcerto generale».
«L'assessore Piras non sta facendo gli interessi della collettività - attacca la presidente del Comitato di borgata di Maristella Tonina Desogos - Sta tenendo da mesi tutta l'agricoltura di Alghero bloccata senza una giustificazione valida. Ci dice che sono cinque mesi che lavora incessantemente sul Piano, ma che non ha idea dei tempi necessari per l'approvazione. Si trincera dietro un “presto”, lo stesso mantra che ripete da mesi. E' come se il Comune, a causa di una semplice manutenzione, chiudesse al passaggio la via del negozio dell'assessore e l'Amministrazione non pretendesse dall'azienda che sta eseguendo i lavori le tempistiche di riapertura. Sarebbe l'assessore stesso il primo a protestare e a pretenderle insieme a tutti i negozianti della via. Il fatto di giungere a questa riunione senza avere chiesto ai tecnici una tempistica è stato davvero deplorevole. Non siamo il centro storico, ma abbiamo la nostra dignità e siamo anche noi cittadini algheresi».
«Da un imprenditore come Emiliano Piras non mi aspettavo quello che oramai assume i contorni di un teatrino. Nessuna novità e tempi incerti – rilancia il presidente del Comitato di borgata di Sa Segada–Tanca Farrà Antonio Zidda - L'assessore si lamenta se poi chiediamo informazioni in Provincia, in Regione e ovunque riguardo al Piano? Dovrebbe prendersela con se stesso per essersi tolto da solo la nostra fiducia in questi mesi. Sappiamo bene come stanno le cose. Intervenga il sindaco a interrompere questo scempio». Per il presidente del Comitato di borgata di Guardia Grande-Corea Angelo Sanna, «sono necessarie delle risposte, perché i cittadini sono stanchi di vivere in questa situazione di incertezza». Per il direttore di Coldiretti Sassari Ermanno Mazzetti, è necessaria l'approvazione del Piano al più presto e Coldiretti si è impegnata a seguire da vicino la questione. Piras ha ribadito più volte la volontà sua e dell'Amministrazione comunale di chiudere l'iter, «ma il clima nella sala – chiosano i presenti - era di incredulità e frustrazione».
Nella foto: un momento dell'incontro
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