Cor
3 dicembre 2019
A Matera l´arte di Marras e Lai
La mostra voluta nell’ambito del programma culturale della Capitale Europea della Cultura. In mostra alcune fotografie di Daniela Zedda, testimone per immagini degli incontri dei due artisti e del loro profondo legame
ALGHERO - Dall’8 dicembre 2019 all’8 marzo 2020 nel Museo nazionale d’arte medievale e moderna della Basilicata all’interno del seicentesco Palazzo Lanfranchi di Matera sarà aperta al pubblico la mostra Trama doppia. Maria Lai, Antonio Marras, coprodotta, organizzata e coordinata dal Polo Museale regionale della Basilicata, e dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019, nell’ambito del programma culturale della Capitale Europea della Cultura. L’esposizione è fortemente voluta da Antonio Marras, che l’ha ideata insieme a Francesco Maggiore e che, da sempre, ha visto in Maria Lai “una compagna di viaggio, una musa, un’amica geniale affettuosa e custode dell’anima”. Un percorso di oltre 300 opere di Maria Lai e di Antonio Marras: lavori inediti della grande artista sarda, selezionati dall’archivio personale di Antonio Marras e dall’Archivio Maria Lai che dialogano con opere e installazioni di Antonio Marras, ma anche con opere realizzate da entrambi a quattro mani.
Pensando a Italia 2019, con questa mostra Matera vuole celebrare Maria Lai, a cui era dedicata la candidatura di Cagliari (che fu una delle città finaliste alla selezione della Capitale Europea della Cultura) nell’anno in cui ricorre il centenario della sua nascita. Lo speciale progetto espositivo racconta il singolare incontro con Antonio Marras ripercorrendo le tappe di un dialogo intimo, determinante e operoso, basato sulla leggerezza e sulle sensibilità dell’inusuale connubio; una relazione sorta tra i due spiriti, accomunati dalla libertà di sottrarsi ai sistemi organizzati e dalla capacità di unire, assemblare, tenere insieme pensieri, esistenze, luoghi, persone, progetti.
Ancora una volta Palazzo Lanfranchi, al centro della rete del Polo museale della Basilicata e del processo di Matera-Basilicata 2019, si apre ai linguaggi contemporanei e accoglie la sfida di una mostra che indaga, in primo luogo, il rapporto umano e artistico tra due figure che hanno trovato nel fare insieme, spesso lavorando con le mani, la cifra di un’intesa speciale che si riverbera ben oltre la produzione di opere, permeando una dimensione culturale e spirituale che il raffronto e l’intersecarsi dei lavori restituisce in maniera del tutto inedita. Rispecchiamenti, riverberi e semplici suggestioni accendono piccole e grandi luci su questo legame generativo, che rappresenta la ragione prima di questa esposizione
Il legame tra Maria Lai e Antonio Marras ha radici profonde: è stata proprio l’artista la prima persona ad aver visto e sostenuto le opere di Antonio. Entrambi sono accomunati dalla capacità di ridare vita a scarti e frammenti, di ridare nuovi significati a oggetti dismessi; sostiene, infatti, Marras: “La cosa che più mi appassiona e mi interessa è dar voce a degli elementi che apparentemente sono muti e forse colpiscono solo me, ma poi lavorandoci cerco di creare un linguaggio perché questa ispirazione diventi cosa reale e si traduca negli ‘oggetti’ che mostro…”. La mostra pone l’attenzione sulle ossessioni dei due artisti, sul soggetto pressato dalla necessità di compiere un atto creatore e, a sua volta, indagato attraverso una continua analisi della propria memoria e dei propri luoghi di appartenenza, secondo un assioma che Maria Lai sintetizza in: “L’uomo ha bisogno di mettere insieme il visibile e l’invisibile perciò elabora fiabe, miti, leggende, feste, canti, arte” (1999).
|