Enrico Daga rilancia la possibilità d´insediare nel Cavall Marì un polo espositivo dove esporre bellezza in tutte le sue forme espressive al femminile. E ricorda che proprio i Riformatori Sardi appoggiavano pubblicamente l´idea
ALGHERO - «Bravi, la politica è fatta anche di simboli. Il Caval Marì rappresenta, molto più di un immobile di pregio. Esso incarna lo spirito costituente dell'Alghero aperta al mondo, di una città che negli anni 70 ha saputo aprire al turismo, diventata capofila di un'intera isola. Questa scelta di occuparsene mi trova completamente d'accordo». Il plauso alla scelta di Mario Conoci di voler rilanciare il Cavall Marì arriva pubblicamente da Enrico Daga [
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«Non sarà semplice reinventare uno spazio che ha sempre svolto una funzione di intrattenimento serale, ma ora, credo, si debba osare. Nel programma con cui mi presentai alle elezioni che videro il trionfo di Bruno e la mia sconfitta, proponevo di trasformare il Caval Marì in un centro espositivo permanente in grado di ospitare l'artigianato artistico realizzato dalle donne Sarde» ricorda l'ex consigliere comunale e assessore provinciale Democratico.
«Un polo espositivo dove esporre bellezza in tutte le sue forme espressive al femminile, capace di formare le coscienze, e in grado di divulgare e promuovere competenze nel mondo dell'arte, del bello, che parli a nome di un popolo, quello sardo, in cui vige una società matriarcale, unico caso in Italia. Alghero, vuole o no celebrare le donne di Sardegna? Vuole assumere veramente le vesti di città internazionale? O continuiamo col karaoke? Dovrebbero tenere conto di questa riflessione gli amici Riformatori che nel 2014 aderirono al mio programma con tanto di conferenza stampa [
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nella foto con Pietrino Fois).