Red
14 novembre 2019
Edilizia: Criteri ambientali minimi
Si è parlato di “Green economy” al seminario promosso a Villa Mimosa, a Sassari, da Bureau veritas, con Confindustria Cns ed Ance. Ma quali sono gli obblighi per le imprese e come possono adeguarsi più facilmente? Un aiuto arriva dalle Certificazioni ambientali
SASSARI - “Green economy” nel settore dell’edilizia, ripensando i modelli di sviluppo in termini di riduzione dei consumi tramite l’economia circolare, ma anche sostenibilità e soluzioni “plastic free”. I Criteri ambientali minimi rappresentano uno strumento che favorisce la trasformazione in senso “green” dell’attività edilizia. Previsti da decreti ministeriali, le imprese devono osservare e applicare i Cam quando partecipano a bandi ed appalti pubblici. Ieri mattina (mercoledì), a Villa Mimosa, sede di Confindustria centro nord Sardegna, a Sassari, l’ente “Bureau veritas” ha proposto un incontro di aggiornamento per grandi imprese, pmi, società di consulenza ed organizzazioni. L’evento “Green economy: quadro di riferimento, strumenti ed incentivi per uno sviluppo responsabile e sostenibile” era organizzato in collaborazione con la Confindustria centro nord Sardegna e con l'Associazione nazionale costruttori edili Cns. Sono intervenuti il presidente di Ance centro nord Sardegna Silvio Alciator, la responsabile commerciale Divisione certificazione Sardegna Bureau veritas Italia Patrizia Frau, Francesco Rossi (Area centro sud business developer-Bureau veritas Italia) e Giulia Sebastianelli (Construction products technical leader-Bureau veritas Italia).
Ai Criteri ambientali minimi (la correlazione è diretta, seppure non automatica), si affiancano le certificazioni richieste dalle stazioni appaltanti, pubbliche e private. È importante, soprattutto per il settore edile, che le imprese mettano in evidenza il proprio modello di business ricorrendo a specifiche certificazioni e scegliere così tra Sa8000, Iso14001, Iso50001 ed Iso14064, che sono certificazioni applicate a livello di organizzazione, ed invece le certificazioni di prodotto/servizio quali la “Carbon footprint”, la “Water footprint”, la “Remade in Italy” e “Uni11352”. «I Criteri ambientali minimi rappresentano uno strumento che favorisce la trasformazione in senso “green” dell’attività edilizia, in riferimento al tema di estrema attualità e come da indicazione della Commissione europea, per la riduzione del consumo delle materie prime», ha detto in apertura dei lavori Alciator. Dopo i saluti del direttore di Confindustria centro nord Sardegna Giansimone Masia, è intervenuta Frau, che ha presentato le attività in Sardegna di Bureau veritas, ente presente sul mercato mondiale dal 1828 e che nell’Isola coinvolge un’ottantina di unità. «Il seminario vuole essere di supporto alle esigenze delle aziende sarde - ha poi precisato - A settembre, a un incontro a cui avevano partecipato anche molti Comuni, ci siamo accorti che avevano difficoltà a recepire i Cam, che hanno mille sfaccettature».
Già nel 2013, l'Unione europea sollecitava l’inserimento degli “acquisti verdi” nei piani nazionali. Il Codice degli appalti, all’articolo 34, rende obbligatoria l’applicazione dei Cam da parte di tutte le stazioni appaltanti, a prescindere dal criterio di aggiudicazione e dell’importo. «I criteri ambientali minimi sono dei veri e propri decreti ministeriali in cui vengono definiti requisiti specifici», ha ricordato Sebastianelli. Riguardano tutti i settori merceologici, a cominciare dagli arredi e dai servizi energetici. In particolare, i Cam nell’edilizia (introduzione nelle progettazioni, per esempio, di un minor sfruttamento del suolo, del riutilizzo dei materiali inerti e di tutte le attività che portano a una riduzione dell’uso delle materie prime), vanno inseriti obbligatoriamente nella documentazione di gara. Periodicamente, sono sottoposti a revisione: nel 2017, ce ne sono state due ed attualmente è in via di definizione un’ulteriore rivisitazione. Anche la Legge regionale8/2018, all’articolo 27 (Piano d’azione per gli acquisti verdi), prescrive l’obbligo dei Cam da parte delle stazioni appaltanti che devono predisporre un Piano d’azione triennale per gli acquisti verdi per le procedure d’acquisto di forniture, servizi e realizzazione di opere e lavori pubblici. «I Cam portano anche incentivi economici. Per esempio, a riduzioni di cauzione in caso di aggiudicazioni di gara. Aspetti che non vanno tralasciati. Non si tratta insomma solo di adempimenti burocratici. Ci sono delle vere e proprie premialità», ha concluso Rossi.
Nella foto: un momento dell'incontro
|