Dopo la chiusura nel 2015 del campo Nomadi alle porte di Fertilia, prosegue il progetto pilota avviato ad Alghero per l´inclusione delle famiglie nei territori di origine: la Giunta Conoci prevede altri due anni di aiuti economici dedicati e la graduale compartecipazione alle spese di affitto
ALGHERO - La Giunta guidata dal sindaco Mario Conoci prosegue nel solco non scontato dell'integrazione rom. Aldilà delle posizioni politiche di chiusura, spesso sensazionalistiche, enunciate da molti partiti nazionali che compongono anche la variegata maggioranza consiliare algherese, la linea dell'Amministrazione comunale segue quel progetto pilota che nel 2015 portò la città di Alghero alla ribalta nazionale.
La chiusura del ghetto Rom alle porte di Fertilia, infatti, rappresentò un segno di vera civiltà. Tanto che molti comuni italiani e sardi amministrati dai più diversi partiti - dalla Lega al Pd, passando per i M5S - nei cui territori sorgono campi nomadi tentano, con alterne fortune, la loro definitiva chiusura.
Alghero ci è riuscita ed ha certamente rappresentato un esempio. Per oltre trent'anni i bambini algheresi di origini rom hanno continuato a nascere in un luogo ormai insalubre e inquinato dai peggiori agenti. Un fatto che, nel tempo, ha portato a numerosi problemi di salute, malformazioni e disagi sanitari e sociali. Questo fino a quel gennaio 2015 che per la comunità algherese tutta - rom, ma anche giuliana - ha segnato una vera liberazione. Da li ha avuto inizio un percorso tutt'altro che facile, fatto di lunghi e difficili cambiamenti, non sempre indolore.
Alghero ha però generato velocemente gli antidoti del razzismo, praticato e urlato soprattutto nella grande latrina
social. Così le famiglie e i bambini hanno potuto avere accesso ad un programma d'inclusione personalizzato, studiato e realizzato grazie ai fondi europei veicolati dalla Regione Sardegna per superare le difficoltà nella chiusura del campo. Contributi per l'affitto delle case (questo avviene anche per molte famiglie disagiate italiane) e progetti d'integrazione finalizzati all'inserimento dei nuclei familiari e dei minori nella società algherese, con l'obbiettivo del superamento della ghettizzazione abitativa e l'accesso non discriminatorio agli alloggi sociali.
Anche l'esecutivo di Centrodestra guidato dal Psd'Az di Conoci, nell’ottica di favorire una graduale autonomia della popolazione nomade attualmente beneficiaria dei contributi al sostegno abitativo, prevede ulteriori due anni di contribuzione economica al fine di addivenire alla completa autonomia. A partire dal mese di novembre però, i contributi economici saranno elargiti solo a seguito di accettazione e sottoscrizione da parte delle famiglie beneficiarie di un “patto sociale” orientato al raggiungimento della più ampia autonomia socio-abitativa che comprenda un percorso di compartecipazione alle spese.
Dal mese di luglio 2021 è così previsto che il costo dell’affitto sarà a totale carico dell’assistito, il quale potrà accedere ad eventuali interventi di sostegno economico attraverso le ordinarie azioni previste per la popolazione residente. Percorso che prevede nell'arco dei 20 mesi una graduale diminuzione del sostegno pubblico: Da gennaio 2020 a giugno 2020 il beneficiario comparteciperà nella misura del 40%; da luglio a dicembre nella misura del 60% e dal mese di gennaio 2021 a giugno dell’80%. «Possibili deroghe al percorso individuato sarà consentito solo nel caso in cui il settore tecnico del servizio sociale ravvisi una emergenza non sanabile attraverso altri tipi di intervento» è scritto nell'atto.
Nella foto: l'assessore ai Servizi Sociali, Maria Grazia Salaris, in occasione di un sopralluogo del 2012 all'ex ghetto rom di Alghero