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Cor 29 ottobre 2019
Guido Sari: Elogi de la bellesa
Venerdì 8 novembre 2019 (alle 18) nel Salone-Teatro dell’Università delle Tre Età ad Alghero verrà rappresentata la commedia di Guido Sari: Elogi de la bellesa. L’ingresso è libero
Guido Sari: Elogi de la bellesa

ALGHERO - La commedia ha come interpreti gli attori del Teatre de Veus de l’Associació per a la Salvaguarda del Patrimoni Historicocultural de l’Alguer: Giancarlo Ballone, Antonio Beccu, Franca Chessa, Anna Maria Di Ruberto, Sandro Fiamma, Vanna Lobrano, Maddalena Marrosu, Vanna Paccagnini, Andrea Pinna, Valter Pigò, Daniela Riu, Luigi Riu, Salvor Ruggiu, Agostino Salis, Nanda Salis, Aldo Sari, Tore Sotgiu. Col suo Teatre de Veus l’Associazione rifiuta il ruolo folcloristico riservato alle lingue minoritarie e utilizza l’algherese non come veicolo per rappresentare un mondo e un immaginario circoscritti alla realtà locale, secondo l’ottica del teatro vernacolare, ma come linguaggio capace di esprimere problemi e riflessioni di valore universale.

Si tratta di una commedia che al suo interno ne contiene un’altra, nel senso che i personaggi, a cui è affidato il piano narrativo a noi contemporaneo, danno vita a loro volta ad altri personaggi in un’ulteriore finzione scenica. Un gruppo di attori guidati da un regista esigente provano una commedia ispirata a un fatto reale (gli ultimi giorni dell’impero bizantino) sdoppiandosi, non sempre con successo, nei personaggi storici. Nel testo, che il regista spiega e fa provare e riprovare agli attori, tentando di farli calare nei rispettivi ruoli, si immagina che l’imperatore Costantino XI, consapevole della fine imminente di Costantinopoli, cinta d’assedio dagli Ottomani, faccia porre in salvo, da un suo fedelissimo, alcune opere d’arte, per sottrarle alla furia iconoclasta del nemico, affinché continuino a testimoniare la civiltà che le aveva prodotte. Però in realtà la trama storica è un pretesto, una riflessione sul potere e valore della bellezza. Di essa il regista dà ai suoi attori una spiegazione che si richiama al pensiero di Platone, affermando che l’uomo riconosce la bellezza perché l’anima l’ha conosciuta prima di scendere nel mondo sensibile.

Tuttavia la bellezza, come dimostrerà il comportamento dei personaggi della commedia, viene percepita solo da alcuni e ignorata, o trascurata, dalla maggioranza, più portata verso ciò che assicura una gratificazione più immediata e concreta. La capacità di percepire e di amare la bellezza diventa così un discrimine tra chi avverte l’esistenza di valori che trascendono l’esperienza e la convenienza quotidiana, al di là di ogni calcolo utilitaristico, e chi, invece, agisce solo per tornaconto personale. Una parte degli interpreti, infatti, preferirà altri lavori economicamente più allettanti e in grado di garantire maggiori consensi. Uno dopo l’altro abbandoneranno il regista che, suo malgrado, dovrà rinunciare a portare in scena la commedia. L’Elogi de la Bellesa può essere letto anche come metafora di aspirazioni irrealizzabili o come riflessione sulla compresenza di principi opposti in uno stesso individuo: la dualità dell’attore che dà vita al personaggio, ma che nel contempo è lontano dai sentimenti che rappresenta. L’ingresso è libero.




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