Red
15 ottobre 2019
A Bologna, gli Scampoli di Gianni Nieddu
Da sabato 19 ottobre a sabato 21 dicembre, “Fiorille+FramCafè”, in Via Rialto 22, ospiterà i lavori dell´artista algherese, tra arte contemporanea, disegno e grafica. La mostra è curata da Patti Campani
ALGHERO – L'arte di Gianni Nieddu varca il Tirreno. Da sabato 19 ottobre a sabato 21 dicembre, “Fiorille+FramCafè”, in Via Rialto 22, ospiterà i lavori dell'artista algherese, tra arte contemporanea, disegno e grafica. Il vernissage è in programma sabato, dalle 17 alle 19. La mostra, curata da Patti Campani, sarà visitabile, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 22, ed il sabato, dalle 16 alle 22.
«Con minimi cenni. Segni e disegni condotti, a volte, come se fossero stesi con un pennino spuntato: macchie d’inchiostro, scritture che si sovrappongono e intrecciano al disegno, appunti accennati di traverso. Un segno indefinito a marcare la transitorietà di un momento, di un pensiero. Il supporto, già questo parla – spiega Campani - acetati che lasciano trasparire il retro, lievi e deperibili reperti, generosi della loro storia di uso comune e ormai desueti come le carte copiative, o ancora i piccoli sacchetti da francobolli, le impalpabili buste in velina, le carte da lucido. Su questo, Gianni Nieddu ci narra piccole storie di avventure e disavventure, di incontri, ci ridona personaggi letterari, protagonisti e comparse, riletture, trappole e vie di fuga».
«Ma nel garbo di questa leggerezza ci si accorge, oltre la piacevolezza e dopo il primo riconoscimento, di un senso altro. Il vento, a questo penso: è come un vento che sposta l’ordine delle cose. Nel momento in cui si recepisce questo scarto di senso, rispetto a quello che ci si aspettava, si muove nell’osservatore quell’attenzione necessaria a riconoscerlo. Così anche in questo nuovo lavoro: Scampoli. su lunghi rotoli sta serrato un esercito di pulcini teneri e spaventati testimoni quasi un appello di scampati sopravvissuti forse o forse consapevoli loro di un imminente attuarsi scampoli di ragione piccoli ordinati in file serrate ci parlano ci urlano sentirli non è da tutti», conclude Patti Campani.
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