Guerra alla movida sregolata ad Alghero. «Musica senza le prescritte autorizzazioni». Per entrambi i titolari degli esercizi pubblici di Alghero arriva l'ordinanza di chiusura dell'attività per tre giorni
ALGHERO - Pugno duro sulla movida ad Alghero. Sospensione delle attività confermate per lo storico
Chez Michel di Piazza Sulis e per l'
Alguer Caffè di via Don Minzoni. Entrambe per tre giorni, con decorrenza dalla prima domenica successiva alla data di notifica del provvedimento. Lo ha stabilito il competente dirigente del servizio Sviluppo economico del Comune di Alghero con le ordinanze datate 24 settembre.
Tutto risale allo scorso mese di agosto, quando l'allora dirigente aveva disposto la chiusura delle due attività, in seguito ai dettagliati verbali di contestazione sull'uso di apparecchiature sonore comminati dalla Polizia locale algherese, intervenuta in due distinte occasioni. Il polverone scoppiato in seguito al pugno duro utilizzato dall'Amministrazione Conoci aveva però convinto gli uffici ad una sostanziale retromarcia, con la successiva sospendendone dell'efficacia sia per lo
Chez Michel che per l'
Alguer Caffè.
Oggi però arrivano le sentenze definitive di Sant'Anna in seguito agli scritti difensivi (è il caso dello Chez Michel) ed alle contro-deduzioni formulate dal competente Servizio Sicurezza e Vigilanza della Polizia locale del Comune di Alghero con le quali si conferma il verbale e soprattutto si rigettando le difese pervenute dagli interessati. All'
Alguer Caffè si contestava l'uso irregolare del karaoke [
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Chez Michel i problemi riguardavano un pubblico spettacolo con musica dal vivo [
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Proprio nei giorni successivi all'iniziale annullamento della sanzione, l'art director dello storico bar sulla piazzetta di Alghero,
Marco Caboni, aveva ringraziato pubblicamente il sindaco Mario Conoci confermando l'interessamento del primo cittadino nella querelle che aveva coinvolto i due locali algheresi oggetto dell'ordinanza di chiusura. «Ringrazio Conoci per aver utilizzato un metro puro. Per aver analizzato la situazione rendendosi conto che non era una cosa giusta quella che era stata fatta» aveva dichiarato Caboni [
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