Red
21 settembre 2019
Borgate chiamano Michele Pais per il rilancio
I presidenti dei Comitati di borgata di Maristella Tonina Desogos, di Sa Segada-Tanca Farrà Antonio Zidda e di Guardia Grande-Corea Angelo Sanna vogliono chiedere aiuto alla Regione autonoma della Sardegna per rilanciare le realtà dal territorio algherese
ALGHERO - «Come Comitati di borgata, desideriamo incontrare al più presto il nostro referente regionale algherese Michele Pais, al fine di verificarne la disponibilità ad investire su un territorio che ha tutte le carte in regola per divenire un attrattore di lavoro per la Sardegna nord occidentale. Crediamo sia necessario un Piano regionale straordinario di rilancio in grado di ridare dignità a un comprensorio che vale moltissimo. Dopo sessant'anni di abbandono, chiediamo alla Regione di tornare a volgere lo sguardo verso la Bonifica storica algherese». Così, i presidenti dei Comitati di borgata di Maristella Tonina Desogos, di Sa Segada-Tanca Farrà Antonio Zidda e di Guardia Grande-Corea Angelo Sanna vogliono chiedere aiuto a Cagliari per rilanciare le realtà dal territorio algherese, quasi come fosse una nuova Riforma agraria.
Infatti, Desogos, Zidda e Sanna ricordano come siano «trascorsi ormai diversi decenni dalla Riforma agraria, che portò lavoro e sviluppo nell'agro di Alghero. Furono costruite scuole, chiese, aree per attività sociali. Bonificati migliaia di ettari di terreno, realizzati canali di scolo e portata l'acqua d'irrigazione. Un lavoro immane, che rese l'agro di Alghero uno dei comprensori agricoli meglio serviti dell'Isola. Da allora, il territorio della Bonifica ha subito un lento e inesorabile declino. Scuole chiuse e abbandonate, chiese e centri di borgata che ormai cadono a pezzi, strade e canali da ripristinare. In tutto questo, si è inserita l'impossibilità di accedere ai fondi del Piano di sviluppo rurale per le infrastrutture negli ultimi quindici anni, oltre a una colpevole disattenzione da parte della politica locale», sottolineano senza mezzi termini.
Ma il futuro pare possa essere positivo: «Per fortuna, oggi la situazione sta cambiando partendo dalla base, cioè dagli imprenditori agricoli. L'agricoltura nazionale sta avendo un impulso al rilancio e “i nostri” ad Alghero non stanno a guardare: alle blasonate aziende vitivinicole si stanno affiancando le filiere della fragola e poi quella cerealicola, ma è solo l'inizio. Molte altre piccole realtà stanno emergendo nei loro settori e crediamo sia giunto il momento di ridare nuovo slancio all'agro di Alghero, intervenendo con determinazione sul territorio, così come accadde all'epoca della Riforma agraria. Le motivazioni al re-investimento, da parte della Regione e del Comune, ci sono tutte: le borgate di Alghero rappresentano una vetrina naturale per i prodotti locali, Sa Segada accoglie i turisti che giungono in aereo, Guardia Grande e Maristella sono il biglietto da visita per l'accesso al mare e all'area di Porto Conte. Il patrimonio enogastronomico, in termini esperienziale e culinario, risulta sempre più una delle discriminanti per i turisti nella scelta della destinazione di vacanza e Alghero oggi ha la possibilità di crescere e reiventarsi attingendo dalle borgate per diversificare la propria offerta turistica e rinnovare la sua immagine», concludono convinti i tre presidenti.
|