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3 novembre 2007
Nobel a Grazia Deledda, omaggio nell´80esimo anniversario
Dai romanzi alle novelle, dall’adolescenza nuorese al periodo romano. Esperti a convegno dall’8 al 10 novembre alla Facoltà di Lettere di Cagliari
CAGLIARI - Settantuno anni fa moriva a Roma la scrittrice nuorese Grazia Deledda, interprete appassionata dei miti e dei simboli del mondo barbaricino e della Sardegna arcaica, fantastica e moderna. Pietra miliare della nostra tradizione letteraria, fu insignita del premio Nobel nel 1927. In occasione dell’ottantesimo anniversario del prestigioso riconoscimento, il mondo accademico e intellettuale sardo ha deciso di renderle omaggio con un nuovo ciclo di appuntamenti convegnistici che vedono insieme le Facoltà di Lettere e Filosofia delle Università di Cagliari e Sassari e l’Istituto Superiore Regionale Etnografico. Scopo dell’iniziativa è quello di riaprire il dibattito non solo sulla Deledda autrice di romanzi che hanno fatto conoscere l’isola in tutto il mondo, ma anche concentrare l’attenzione sulla ricca produzione novellistica.
"Dalla quercia del Monte al Cedro del Libano. Le novelle di Grazia Deledda": questo il titolo del convegno in programma a Cagliari, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia (Aula Magna Interfacoltà), dall’8 al 10 novembre. Il titolo suggerisce che ad essere preso in esame sarà tutto l’arco della produzione deleddiana: dalla fase di formazione nuorese al momento più maturo del periodo romano. Dalle prove d’esordio, dunque, dove la sua Nuoro col suo luogo simbolo, il Monte Ortobene, la "selvaggia e pittoresca montagna sovrastante il paese natìo", appare come sfondo per racconti e luogo di un’adolescenza idealizzata: "Racconti sardi" (1894), "L'ospite" (1897), "Le tentazioni" (1899).
Da qui al trasferimento nel 1900 nella capitale dove la attende una febbrile attività letteraria che darà vita a una trentina di romanzi e numerosissime novelle, la cui ultima raccolta, "Il Cedro del Libano", è uscita postuma nel 1939. Opere in cui la Sardegna è ancora riferimento per ricordi, memorie, descrizione di spazi e luoghi che esulano da un contesto geografico per assumere connotati universali e aprirsi, per linguaggio, stile e composizione, alla modernità.
Quella di Cagliari è la seconda tappa di un percorso culturale sulle tracce dell’autrice di "Canne al Vento", "Elias Portolu" e "L’Incendio nell’oliveto". Un itinerario partito con il convegno a Sassari di metà ottobre e che culminerà a dicembre (dal 7 al 10) a Nuoro, patria della poetessa, con una quattro giorni fitta di appuntamenti. Nel capoluogo barbaricino i maggiori scrittori sardi contemporanei si confronteranno con le tematiche e il linguaggio di Grazia Deledda: fra gli altri Salvatore Mannuzzu, Marcello Fois, Salvatore Niffoi, Giorgio Todde e Milena Agus.
Il convegno cagliaritano pone invece come perno centrale il mondo della novellistica, da esplorare in tutte le sue forme, contenuti e ambientazioni: il carattere antropologico, l’immagine dell’isola raccontata ai non sardi, i paesaggi metropolitani, i miti e i simboli della Sardegna più arcaica, fino alle intuizioni più moderne. Temi e aspetti utili a sottolineare come le novelle siano parte importante e non trascurabile della produzione della scrittrice.
La tre giorni di Cagliari chiama a raccolta prestigiosi studiosi nostrani e internazionali: fra questi Giovanna Cerina (che ha raccolto tutte le novelle deleddiane in sei volumi usciti nel 1996 per la Ilisso), Sandro Maxia, Gonaria Floris e Giovanni Pirodda dell'Università di Cagliari, Birgit Wagner dell'Università di Vienna, Nicolò Mineo dell'Università di Catania, Maria Teresa Navarro dell'Università di Madrid, Margherita Heyer-Caput dell'Università della California, Margherita Marras dell'Università di Avignone.
Si comincia giovedì 8 alle 15:30 con i saluti delle autorità e gli interventi dei primi relatori. I lavori proseguiranno per tutta la giornata di venerdì 9 per chiudersi nella mattinata di sabato 10.
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