A.B.
22 ottobre 2007
Dopo referendum: Commenti divergenti
L’esito del referendum sulla Legge Statutaria, viene letto in modi diversi da vari esponenti politici regionali
ALGHERO - «La legge statutaria deve tornare in Consiglio per essere migliorata. Lo chiedono oltre centomila sardi che apponendo la croce sul no nella scheda referendaria hanno decretato la vittoria con quasi il 70percento dei suffragi». Lo sostiene la consigliera regionale Maria Grazia Caligaris (SDI – Partito Socialista), segretaria della Commissione Diritti Civili. «Il Partito Democratico – osserva – non può acconsentire alla promulgazione della legge da parte del Presidente della Regione. Sarebbe infatti un atto d’imperio assurdo dal momento che l’esito del referendum confermativo è parte integrante della legge e deve essere rispettato in quanto rispecchia la necessità di coinvolgere i cittadini visto che si tratta di una norma importante. Un risultato così significativo, suggerisce al Presidente della Regione di usare prudenza e lo invita chiaramente a riflettere sulla opportunità di rivedere il testo per rivisitarlo in modo che i cittadini si sentano davvero coinvolti e tutelati. Ciò consentirebbe inoltre di evitare il ricorso alla Consulta e di favorire il dialogo interno alle forze di centrosinistra di orientamento parlamentarista. Non c’è ragione di forzare le tappe, anzi sarebbe opportuno ripristinare la calma».Secondo la Caligaris, i dati sull’affluenza alle urne, riferiti alle 22 di ieri, sono destinati a migliorare ulteriormente rendendo ancora più evidente la vittoria del “no”. «E’ infatti impossibile – spiega - che in dieci Comuni, tra cui Porto Torres, Arzachena e Perdasdefogu, nessun elettore si sia recato alle urne. Sarebbe davvero la prima volta al mondo che non si sono espressi neppure gli scrutatori». Di idea diametralmente opposta Luigi Cogodi, deputato di Rifondazione Comunista. «Il fallimento totale dell’appello referendario sulla Statutaria dice almeno due cose chiare. L’esito del ricorso referendario non può essere considerato come una conclusione del processo riformatore di segno democratico e autonomistico. Al contrario, urge recuperare il tempo perduto e porre mano immediatamente al completamento del disegno riformatore: con la nuova legge elettorale di carattere partecipativo e rappresentativo per tutto il popolo; con il nuovo statuto di autonomia che definisca e garantisca i reali poteri di autogoverno del popolo sardo; con la nuova legge di rinascita che assicuri un vero progresso economico e sociale per tutta la comunità dei sardi. Peraltro il referendum popolare è una cosa così seria ed anche costosa per la comunità ed andrebbe perciò adoperato più seriamente per delineare le grandi questioni di principio e non per agitare occasionalmente singole questioni parziali. La democrazia ha un senso ed anche una logica, perciò solo la volontà diretta del popolo è superiore alla volontà espressa dai suoi rappresentanti qualora, ovviamente, tale volontà risulti essere effettivamente maggioritaria nel popolo sovrano, non in una parte minima di esso». Sulla stessa riga Michele Piras, segretario regionale di Rifondazione. «La Destra – sottolinea Piras - ha voluto e preteso fortemente un referendum non nel merito della Statutaria, ma contro il presidente della Regione e contro il Centrosinistra; bene, sono stati lasciati soli dai sardi. Se il significato del referendum era quello che gli si voleva attribuire allora sicuramente la sconfitta dei referendari è indubbiamente bruciante. Ora è corretto che il presidente promulghi la Statutaria, visto che è impensabile che una percentuale così bassa di elettori possa determinare lo stallo del processo riformatore, tanto meno delle sorti di una legge approvata dalla maggioranza assoluta del Consiglio. Soprattutto si torni a parlare dei problemi reali dei sardi, si riparta dalla questione sociale, dalla disoccupazione e dalla precarietà. Sabato a Roma c’erano anche oltre duemila sardi a chiedere giustizia sociale e nuove politiche contro la povertà e la precarietà. Si riparta da questo, Soru come Prodi ascolti la piazza. La Sinistra sarda nel dibattito sulla legge finanziaria regionale su questi temi è pronta a dare battaglia».
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