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Antonio Burruni 19 ottobre 2007
Bagno di folla per Renato Soru
Il Governatore della Sardegna prosegue il suo tour nell’isola per spiegare le ragioni del “si”. Ieri sera, ha parlato agli elettori algheresi
Bagno di folla per Renato Soru

ALGHERO – «Bisogna avere rispetto delle istituzioni, dei momenti democratici e del ruolo di rappresentanza che si ha. Civilmente e responsabilmente, si vota “statutaria si” o “statutaria no”, non “Soru si” o “Soru no”. Per domenica, vi chiedo di non rimanere a casa, ma di andare a votare e votare “si”». Si chiude così, con un sentito appello, la breve visita di Renato Soru ad Alghero. Poco più di mezz’ora per spiegare le ragioni del “si” al referendum per la Legge Statutaria. Il Governatore, arrivato con circa settanta minuti di ritardo, si è stupito di aver trovato la Sala San Francesco piena di gente. I cittadini, in attesa del suo arrivo, hanno seguito con interesse gli interventi sull’argomento di Mario Bruno, consigliere regionale del neonato Pd, e dell’assessore regionale agli Affari Generali Massimo Dadea. Sul palco ed in platea, tanti volti noti della politica algherese: gli onorevoli Elias Vacca e Francesco Carboni, gli ex sindaci di Alghero Enrico Loffredo e Carlo Sechi, i consiglieri comunali dell’Ulivo Gavino Scala ed Angelo Piras, l’ex consigliere Montalto, Rosa Accardo, neoeletta nella consulta regionale del Pd nelle fila di “Con Soru la Sardegna in Movimento”, e tanti altri ancora. «Abbiamo avuto l’orgoglio di approvare questa legge – ha aperto Soru – frutto di tre mesi di lavoro del Consiglio Regionale. Questa è la legge del Consiglio Regionale». Il Governatore della Sardegna ha sottolineato ancora una volta come questo referendum non debba essere trasformato in un voto pro o contro di lui «Sarebbe uno sbaglio, che c’entro io? Questa è una legge votata da cinquantuno consiglieri della Maggioranza, è una legge dei rappresentanti del popolo sardo in Consiglio. – Una legge – ha sottolineato – diversa da quella originariamente proposta dalla Giunta. Non bisogna drammatizzare, non bisogna parlare di colpo di stato. Non mi piace che vengano messi i bambini sui manifesti per dire che la libertà è in pericolo. Si sta cercando di creare una rissa attorno alla figura del presidente del Consiglio Regionale. Si vuole svilire la democrazia in un momento importante per i sardi». Soru parla per circa venti minuti ad una folla attenta e plaudente. «Con questa legge – prosegue – vogliamo dare chiarezza. Vogliamo che in futuro si possa votare “un presidente-una maggioranza-un programma”. Se una di queste componenti viene a mancare, si deve tornare al voto. Il presidente – spiega – non deve fare quello che gli viene in mente al mattino, ma deve seguire quello che è il programma votato dagli elettori». Soru si è poi soffermato sull’argomento quote rosa in Consiglio (la nuova Statutaria assicura il 40percento a rappresentanti femminili), ed all’eccessivo numero di consiglieri (tetto massimo fissato ad ottanta, contro gli attuali ottantacinque) ed assessori (tra otto e dieci, contro gli attuali dodici). Ultimo argomento trattato, il conflitto d’interessi che tante polemiche sta sollevando. «Mi ero impegnato a presentare un disegno di legge nei primi tre mesi di mandato. Tanta persone esperte ci hanno lavorato ed ora questa è una legge nobilitata, perché inserita nella Statutaria. Nessun consigliere di Centrodestra – sottolinea – ha alzato la mano per chiedere più severità. Qualcuno ha preferito votare contro per azzerare tutto. Si poteva fare meglio? Forse, ma intanto ora la Sardegna è la prima regione ad aver normato l’argomento. Credo si sia scelto bene». L’incontro si conclude, come di consueto in queste occasioni, tra applausi, flash, complimenti e strette di mano.

Nella foto: Da sinistra, Elias Vacca, Mario Bruno, Renato Soru e Massimo Dadea



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