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Red 8 aprile 2019
Arte: Aniconofobia ad Alghero
Sabato sera, la “Galleria Bonaire Contemporanea”, in Via Principe Umberto 39, inaugurerà la mostra collettiva Aniconofobia (i personaggeschi)
Arte: <i>Aniconofobia</i> ad Alghero

ALGHERO - Sabato 13 aprile, alle 18.30, la Galleria Bonaire Contemporanea, in Via Principe Umberto 39, ad Alghero, inaugurerà la mostra collettiva Aniconofobia (i personaggeschi). In mostra opere di Antonella Spanu, Danilo Sini, Gianni Manunta, Gianni Nieddu, Giorgio Urgeghe, Giulia Sini, Josephine Sassu, Piergiovanni Deliperi e Riccardo Camboni.

La mostra sarà visitabile fino a sabato 27 aprile, dal venerdì alla domenica, dalle 18 alle 20. Gli altri giorni, la mostra si può ammirare su appuntamento, telefonando al numero 347/8953813, oppure inviando una e-mail all'indirizzo web bonaire39@gmail.com.

«Forse non è casuale che sia proprio la scelta di un linguaggio figurativo a tenere fortemente unito un gruppo di artisti che, dell’iconismo, ha fatto assillo della mente e osservatorio privilegiato nel proprio operare. Una sorta di legame sotteso corre tra gli affiliati di una condizione estetica che l’horror vacui incatena a una figurazione satura, che rimbalza da un registro irriverente e beffardo ad uno agro e crudele o, viceversa, ludico e ironico. In un tempo in cui le immagini sovrastano e fagocitano qualsiasi altra espressione si assiste a un fenomeno quanto meno singolare: la paura di assenza di figure, della mancanza di forma, di scomparsa della rappresentazione, del vuoto che equivale al nulla. Una fobia, come dire, controcorrente, elitaria, e forse anche provocatoria. Ma che paura può essere la paura di un’assenza se di questa assenza non c’è traccia nella realtà che ci circonda? Da cosa nasce questa fobia e come si incanala nel lavoro degli artisti in mostra? Partiamo dal titolo della collettiva che, come è facile intuire, è termine che non esiste nella lingua italiana. E’stato creato per questo incontro, in maniera un po’ spregiudicata, audace e forse anche improvvida ma legittimamente inteso a dire qualcosa che se non esiste nel vocabolario varrà la pena inventarlo e dargli vita. Senza voler essere insistentemente didascalica bisognerà ricordare che se l’aniconismo è divieto di rappresentazioni figurali, la fobia che ne discende è una paura plausibile e ora codificata da una definizione che aspetta a buon diritto il plauso dell’Accademia della Crusca», si legge nella critica di Mariolina Cosseddu.



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